I pellegrini in Terra
Santa sono "un segno di pace, di speranza e anche un aiuto
concreto" per la comunità cristiana locale che vive di turismo
religioso e che ora è in grande difficoltà. Lo dice don Giovanni
Biallo, dell'Opera Romana Pellegrinaggi, parlando da Gerusalemme
dove si trova con un gruppo di venticinque pellegrini italiani
per vivere la Pasqua.
"La situazione, ci dicono le comunità cristiane, è
difficile", riferisce il sacerdote parlando di difficoltà sia di
tipo economico che dei movimenti, che sono limitati. In molti
sono i cristiani che "stanno pensando di andare via e vivere in
altri luoghi, proprio perché qui diventa difficile anche il
futuro dei loro figli".
La ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa, questo è il
primo per l'Orp ma ne sono in agenda altri nei prossimi mesi, ha
l'obiettivo dunque non solo di rispondere al desiderio di tanti
fedeli che vogliono tornare in Terra Santa ma anche aiutare i
cristiani locali. "Mi ha colpito un ragazzo giovane, di
Betlemme, il quale mi diceva: 'io sono nato qui, voglio rimanere
in questa terra, perché devo andare via io quando tutto il mondo
desidera venire in Terra Santa?'", riferisce don Biallo
sottolineando dunque che "noi pellegrini possiamo fare tanto:
intanto possiamo fare sentire l'abbraccio della Chiesa
universale, e della Chiesa romana in particolare. E per quello
che possiamo, venendo qui, diamo anche un aiuto concreto a tanta
gente che a causa del conflitto è da mesi senza lavoro".
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