"La cosa geniale di
questa iniziativa del Santo Padre che ha coinvolto il cardinale
Zuppi è di avere messo finalmente insieme quelli che sono a
combattere sul posto e le grandi potenze dalle quali gran parte
dipende la guerra. E' una visione strategica non un buon
tentativo fatto da bonaccioni". Lo sottolinea mons. Claudio
Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali,
parlando della missione di pace per l'Ucraina, alla vigilia del
Concistoro nel quale sarà creato cardinale.
"Quali possano essere gli sblocchi emotivi, psicologici,
politici, economici di questa iniziativa è difficile prevedere
però la direzione è quella giusta" e "se fosse partita prima
questa idea di coinvolgere le parti in conflitto o
potenzialmente in conflitto probabilmente ci saremmo liberati di
questa guerra", aggiunge Gugerotti per il quale "il
coinvolgimento della Cina è importante", "non tanto della Cina
da sola ma del rapporto tra Cina e Stati Uniti: questo è
determinante".
Quanto alla fine della guerra, per il neo cardinale è
difficile fare previsioni perché "l'Ucraina ritiene che la fine
significhi la perdita. La Russia ritiene la stessa cosa". Però
"quel che non si vede è molto più importante di quello che non
si vede". Occorrerà dunque verificare "se quel che non si vede è
fatto tra macellai o se quel che non si vede possa essere fatto
anche con presenze portatrici di pace. Questa è la grande
incognita".
Il Prefetto del Dicastero delle Chiese orientali commenta
anche la volontà di Kiev di arginare o addirittura mettere al
bando la Chiesa ortodossa che fa riferimento al Patriarcato di
Mosca. "Si evitino gesti che vengono meno a quelli che sono i
diritti fondamentali della persona umana. Questa è una cosa da
consigliare al governo ucraino". "Si capisce benissimo la
reazione ma bisogna evitare di coinvolgere realtà che possono
toccare il cuore dei fedeli perché questo non sarà a vantaggio
di nessuno". "E' giusto che se ci sono delle cose che hanno
rilevanza giuridica vengano sanzionate ma - per il neo cardinale
- occorre non creare una specie di dissoluzione centralizzata di
una o dell'altra confessione religiosa perché non fa bene a
nessuno".
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