Tutto è nato 24 anni fa
quando Magnus MacFarlane-Barrow, in un viaggio in Malawi, toccò
con mano la povertà assoluta dei bambini di quel Paese ai quali
mancava tutto. Edward, un ragazzino di 14 anni, alla sua domanda
riguardo alle sue speranze per il futuro, gli rispose: "Avere
abbastanza cibo da mangiare e andare a scuola". Nacque da questa
esigenza "Mary's Meals", un ente di beneficenza che oggi riesce
a dare un pasto ogni giorno a 2,5 milioni di bambini che vivono
nei Pesi più poveri della terra.
A raccontare la storia di questa onlus è lo stesso fondatore,
in questi giorni a Roma per il Summit sui diritti dei bambini
che si è tenuto il 3 febbraio in Vaticano. "Vai avanti!", lo ha
incoraggiato il Papa che Magnus MacFarlane-Barrow ha incontrato
in diverse occasioni per raccontargli la sua opera.
Prima di quell'incontro in Malawi, Magnus, cattolico
scozzese, che lavorava in un allevamento di pesci a Argyll, nel
1983 fa un pellegrinaggio a Medjugorje con la sua famiglia. Un
evento che gli tocca il cuore e gli cambia la vita e dieci anni
dopo comincia a fare avanti e indietro per portare aiuti in
quelle terre, i Balcani, sconvolti dalla guerra. Ed è per questo
che nel 2002, quando fonda la onlus per dare scuola e cibo ai
bambini, la dedica alla Madonna, appunto "Mary's Meals", i pasti
di Maria.
"Oggi grazie ai donatori riusciamo a dare un pasto a due
milioni e mezzo di bambini e lo facciamo nel posto dove ricevono
l'educazione". In questo modo è cresciuto, nei luoghi dove è
presente l'ente, il tasso di frequenza della scuola, anche del
25%. "Ed è soprattutto questo, l'educazione, a cambiare il loro
futuro". Sono 50mila i volontari che aiutano Mary's Meals nel
mondo, che si sostiene con le donazioni dei privati. "Ci sono
aziende e grandi benefattori ma la maggior parte delle offerte
arriva dai singoli, 10 euro, 20 dollari, e questo ci dà fiducia
e ci spinge ad andare avanti".
La onlus lascia che l'organizzazione dei pasti avvenga a
livello locale, "questo spinge anche lo sviluppo del territorio.
Ma allo stesso tempo assicuriamo: noi ci saremo fino a quando
avrete bisogno, non vi abbandoniamo". E infatti c'è ora quella
che MacFarlane-Barrow chiama la "generazione della speranza", i
giovani adulti che hanno studiato grazie a questo progetto, che
si sviluppa in Paesi dove è anche difficile portare aiuti, come
Haiti, Benin, Siria, Sudan, Yemen, Ecuador e molti altri.
Sulla politica anti-migranti di Donald Trump, commenta: "Noi
non chiediamo fondi pubblici e quindi i cambi di governo non
hanno mai avuto impatto sulla nostra opera".
E conclude: "Non sarebbe un vero Giubileo della Speranza se
non facessi la promessa di fornire un pasto ad ogni bambino che
ne ha bisogno e sostenere così anche il loro diritto a sperare".
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