Capire come l'architettura possa
passare dalla mitigazione all'adattamento, e cosa si possa fare
concretamente sul pianeta, a partire dalla laguna, in un momento
storico in cui il clima diventa sempre meno clemente. Un invito
a diversi tipi di intelligenza a lavorare insieme per ripensare
l'ambiente costruito. Ruota attorno a questi concetti
'Intelligens. Natural. Artificial. Collective', la 19/a Mostra
Internazionale di Architettura di Venezia, curata da Carlo Ratti
e organizzata dalla Biennale, in programma tra Giardini,
Arsenale e Forte Marghera da sabato 10 maggio a domenica 23
novembre 2025.
L'idea, ha specificato Ratti stamani nel corso della
conferenza stampa di presentazione, è rendere la Biennale un
"laboratorio dinamico. Ci saranno più di 750 tra architetti,
ingegneri, matematici, filosofi, artisti, scrittori,
intagliatori, stilisti - ha rilevato -. L'adattamento richiede
inclusività e collaborazione, questo è ciò che vogliamo
sperimentare".
Saranno 66 le partecipazioni nazionali, che organizzeranno le
proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (26), all'Arsenale
(25) e nel centro storico di Venezia (15). Le nuove
partecipazioni sono 4: Azerbaijan, Oman, Qatar, Togo. Il
Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini in Arsenale, è a cura
di Guendalina Salimei con il progetto 'Terræ Aquæ. L'Italia e
l'intelligenza del mare'. Tra i progetti speciali c'è
'Margherissima', presentato all'interno della Polveriera
austriaca di Forte Marghera a Mestre, che si concentra sul
territorio contaminato situato nei pressi del Ponte della
Libertà.
Il lavoro di Ratti, ha sottolineato il presidente della
Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, "è già compiuto, la sua mostra
è la mostra della Biennale di Venezia. Voglio segnalare il
contenuto di un'esigenza - ha sottolineato -, quella di aiutare
noi stessi, di confrontarci, di avere un confronto continuo da
un punto squisitamente politico, perché tra la terra e il mondo
ci sono la polis, l'abitare, il senso stesso di un dovere che ci
riguarda", ha concluso.
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