Si sono concluse a Caorle
(Venezia) le operazioni di Marevivo che hanno consentito di
rimuovere una rete "fantasma" di oltre 600 metri, con annessi i
cavi d'acciaio, depositata su un relitto a circa 11 metri di
profondità, a 2 miglia dalla costa.
Con il supporto di Zignago Vetro, partner di Marevivo in
altre operazioni di recupero, e della collaborazione del Comune
di Caorle e della Guardia Costiera di Caorle, l'azione ha
permesso la rimozione di uno dei tanti strumenti da pesca
abbandonati o dispersi in mare con effetti deleteri sulla flora
e sulla fauna dei fondali.
Il recupero dell'attrezzo da pesca è stato effettuato grazie
agli Operatori Tecnico Subacquei della società Marine Innovation
Tech Srl con il supporto della squadra della Divisione subacquea
di Marevivo. La rete rimossa dai fondali di Caorle, riportata in
superficie con palloni di sollevamento, è stata issata a bordo
dell'unità navale dell'azienda di lavori subacquei e portata a
terra. A sovrintendere le operazioni la Capitaneria di
Porto-Guardia Costiera di Caorle, che ha garantito la sicurezza
delle operazioni; l'azienda Veritas ha provveduto allo
smaltimento della rete.
"Le varie specie - spiega Massimiliano Falleri, Responsabile
Divisione Subacquea Marevivo - sono sempre più minacciate dalla
presenza delle reti fantasma, che sono diventate davvero troppe
e continuano a mietere vittime incolpevoli e ad arrecare seri
danni al mare. Questa è un'altra importante iniziativa di
ripristino dei fondali che portiamo avanti in Veneto con Zignago
Vetro, a dimostrazione di una collaborazione che continua a dare
i suoi frutti. L'ultima operazione effettuata a Chioggia, nel
Canal Lombardo, per esempio, ci ha permesso di rimuovere 40
pneumatici fuori uso, di grandi dimensioni, i quali con la loro
presenza danneggiano l'ecosistema marino, poiché disperdono in
acqua microparticelle di gomma e altre componenti nocive".
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