"In Campania siamo quasi al 57% in
materia di raccolta differenziata, con il 43-44% che fanno
registrare Napoli e i comuni a ridosso della fascia della città
metropolitana. Se noi riuscissimo a portare la media di Napoli e
di questi comuni a quella del resto della regione, la media
dell'intera regione schizzerebbe al 65%". A sostenerlo è il
vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, alla
seduta della commissione parlamentare di inchiesta sulle
attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri
illeciti ambientali e agroalimentari, che ha svolto un'audizione
in merito alla sentenza della Corte europea sul ricorso
presentato nel 2013 da 41 abitanti della zona a nord di Napoli e
dell'area casertana che lamentavano gravi danni alla salute per
lo sversamento di rifiuti tossici in quel territorio.
"Come Regione - ha proseguito Bonavitacola - abbiamo sostenuto i
comuni in ritardo con mezzi e risorse. Non siamo favorevoli a
nuovi termovalorizzatori, ma non siamo nemmeno d'accordo alla
chiusura di quello che già c'è. No a nuove discariche, sì alla
differenziata. Siamo impegnati nella realizzazione di impianti
di tritovagliatura e stiamo lavorando per differenziare la parte
secca in un secondo modo, facendo una sorta di raccolta
differenziata industriale. Ma bisogna cambiare le regole, perché
ad oggi la plastica recuperata con questo trattamento non viene
riconosciuta per la differenziata, che valuta solo la plastica
derivante da differenziata domestica. Stiamo lavorando poi per
realizzare dodici impianti di compostaggio, per 256 milioni di
euro, alcuni già inaugurati, altri in corso di realizzazione e
altri i cui lavori sono prossimi al via. In questo caso alcuni
comuni si sono offerti volontari per ospitare tali impianti".
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