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Temi caldi
In collaborazione con Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
L'Inno nazionale eseguito dal Coro
1506 ha aperto l'inaugurazione del 519/o anno accademico
dell'Università degli Studi di Urbino. La lectio magistralis del
Ceo di Ferrari, Benedetto Vigna, dal titolo "Elogio dell'errore
purché capito" ha avuto come obiettivo quello di spronare
studenti e studentesse: "osate, non abbiate paura di sbagliare".
"Oggi che la transizione promossa dal Pnrr è digitale ed
ecologica oltre che amministrativa - ha detto il rettore Giorgio
Calcagnini - come organismo pubblico e istituzione formativa di
ordine superiore, stiamo cambiando ancora per assicurare la
migliore qualità della didattica, dei servizi e della ricerca
alla nostra popolazione studentesca, ai nostri stakeholder, al
nostro Paese". Un riferimento all'innovazione che ha orientato
l'attenzione sui più giovani: "Il dna digitale della Generazione
Z, iperconnessa, votata alla sostenibilità e all'inclusione,
traghetterà il settore pubblico - e non solo quello - in una
nuova era dell'umanità".
Calcagnini ha parlato anche di nuove immatricolazioni: "I
giovani continuano a scegliere il nostro Ateneo. Alla data del
28 gennaio 2025 risultano immatricolati 4.382 studenti e
studentesse: un'evidenza in linea col dato registrato lo stesso
giorno dello scorso anno". "Indiscutibilmente in luoghi come
Urbino e Camerino - ha osservato - le istituzioni accademiche
hanno un ruolo di pieno servizio rispetto alle necessità di
avanzamento economico, sociale e culturale delle comunità di cui
sono parte: vanno salvaguardate con maggiore forza. Dobbiamo
procedere secondo una visione che mi piace definire "ecologica"
- ha concluso - imparando e cambiando insieme. Che significa
prendere atto dell'essenziale interrelazione, della reciproca
dipendenza di ogni fenomeno e agire insieme, Università, Afam,
scuola, istituzioni, enti, imprese, come un unico organismo
integrato che trae soluzioni proprio dallo scambio e dalle
relazioni tra le parti".
Dopo 23 anni di assenza, è tornato il Sovrano Ordine
Goliardico Maximus Ordo Torricinorum, espressione di goliardia
universitaria. Il Duca Nicola Pasqualicchio e la sua corte
(Davide Dormi, Antonio Pellicciotti e Sofia Morgioni) nel
rinnovare l'affetto e l'impegno "a mantenere viva la tradizione
goliardica in questa straordinaria Università" hanno omaggiato
il rettore della feluca con i colori di Economia e del papiro,
simboli di scherzo, gioco, saggezza, cultura, intelligenza e
amore per la libertà.
Nel suo intervento, il presidente della Regione, Francesco
Acquaroli, ha ricordato l'importanza delle Università
marchigiane nel portare "conoscenza e competenza al mondo
imprenditoriale". Sono seguiti i rappresentanti del personale
tecnico-amministrativo, Federica Corsini e del Consiglio degli
studenti, Manuele Uscov.
L'attesa lectio dell'amministratore delegato di Ferrari,
Benedetto Vigna, dal titolo "Elogio dell'errore purché capito ha
avuto come obiettivo quello di spronare studenti e studentesse
ad osare". "Mi ha colpito la frase pronunciata da Manuele,
rappresentante del Consiglio degli studenti - ha esordito Vigna
-: ha detto avremo nelle mani il mondo di domani. Attenti… il
futuro, non il cellulare. Non diventiamo i servi della gleba
degli strumenti digitali". Un inciso il ceo di Ferrari lo ha
dedicato ai legami con le Marche: "Il professor Vicerè,
dell'Università di Urbino mi ha dato una mano con la tesi nel
1993 e mi sono sposato a Sirolo".
La sua è stata un'analisi dell'errore, elemento fondamentale
dell'apprendimento, e delle cause che impediscono la crescita, a
partire dalla propria storia: "Spesso - ha annotato Vigna,
secondo Brand Finance tra i leader aziendali più influenti al
mondo - mi chiedono cosa si fa per diventare ceo di Ferrari,
come se ci fosse un percorso precostituito. È comprensibile, si
vogliono le certezze su quello che accade ed è un po' la
conseguenza dell'invasione dell'intelligenza artificiale che ci
spinge a tenere troppo sotto controllo la realtà. Ma il percorso
non è prevedibile: non mi sono mai posto questo obiettivo di
diventare ceo, l'obiettivo è stato semmai imparare, fare del mio
meglio, non perdere tempo".
L'elogio dell'errore è andato coniugato alla necessità di
abbandonare la cattiva abitudine, specialmente della cultura
latina, di considerarlo negativamente: "ci sono errori ed errori
- ha precisato Vigna - io parlo dell'errore di esplorazione, non
di chi viola volutamente le regole o di chi è negligente. È
impossibile - ha aggiunto - fare innovazione senza fallire".
In molte aziende, ha chiuso Vigna, "più si sale di gerarchia,
più si pretende di sapere e meno si sa". Da qui l'appello a
studenti e studentesse alla generosità e allo slancio: "dare,
nel senso italiano: diamo, non in modo transazionale. E dare in
inglese, che significa osare: non abbiamo paura di sbagliare".
La mattinata si è chiusa con il brano Viva la Vida dei
Coldplay, nell'arrangiamento per coro misto a cappella di
Ludovico Versino e Matilde Biciocchi eseguito dal Coro 1506
In collaborazione con Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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