Il Parco di Tepilora, che si
sviluppa nei territori di Bitti, Posadà, Torpé e Lodè, ha
acquisito la piena disponibilità di tutto il compendio lagunare
di Posada, acquistando oggi gli ultimi 39 ettari dei 70
complessivi della laguna. L'atto d'acquisto è stato siglato
davanti al notaio, tra il presidente del Parco e sindaco di
Posada Roberto Tola, e il curatore fallimentare, Renato
Macciotta, che ha seguito la vendita all'asta del sito dopo il
fallimento della Cooperativa La Bottarga, per un esborso da
parte del Parco di 79mila 407 euro.
I terreni acquisiti sono lo stagno 'Sa Costera' e quello di 'Sos
Palones' ricadenti tra i cosiddetti beni paesaggistici con
valenza ambientale. L'operazione appena conclusa si aggiunge al
recupero del locale 'Peschiera', in località San Giovanni. "Oggi
abbiamo chiuso una pagina storica in favore non solo della
collettività di Posada o dell'area del Parco di Tepilora, ma di
tutti i cittadini che un giorno potranno visitare in piena
libertà una delle zone umide più caratteristiche del
Mediterraneo", ha commentato Tola, che ha ricordato il lungo
iter che ha portato a questo traguardo.
"Nell'agosto 2014, insieme agli amici di Legambiente Sardegna e
a tanti cittadini, sfidammo alla guida delle nostre canoe i
divieti imposti dalla cooperativa La Bottarga sul transito nelle
acque della nostra laguna, cui seguì anche una vicenda
giudiziaria". Archiviata quella pagina se ne aprirono altre per
l'area lagunare: "Ora intendiamo lavorare sul piano
occupazionale legato alla pesca - ha sottolineato il sindaco di
Posada - abbiamo già messo in campo le prime iniziative che mi
auguro portino quanto prima a un riavvio del settore ittico
lagunare capace di valorizzare, nel pieno rispetto del delicato
sistema naturale, programmi di sviluppo ecosostenibili che
possano dare lavoro ai giovani del nostro territorio".
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