Gino Cecchettin, padre di Giulia,
la ragazza uccisa dall'ex fidanzato l'11 novembre del 2023, ha
fatto tappa a Pesaro per presentare il libro "Cara Giulia:
quello che ho imparato da mia figlia". Due gli appuntamenti: con
le scuole al teatro sperimentale e al cinema Loreto, aperto a
tutti. Un terzo incontro in programma questa sera nel comune
vicino di Vallefoglia, al teatro Santi. Tutto esaurito, in tutte
e tre location. Cecchettin, è stato accolto da una standing
ovation una volta entrato nel cinema. Prima del suo intervento,
moderato dalla giornalista Silvia Sinibaldi, gli studenti del
"Marconi School Musical" hanno tributato a lui e a Giulia delle
letture e una canzone sul contrasto alla violenza di genere e
l'importanza del ruolo di Giulia e di suo padre per la loro vita
sentimentale e personale di giovani studenti. L'appello del
sindaco di Pesaro, Andrea Biancani: "sconfiggere l'indifferenza
sempre, non soltanto in certe situazioni ma anche nel
quotidiano" parlando di "piccoli segnali che possiamo cogliere e
di cui dobbiamo interessarci per farcene carico".
"Giulia è la vera interprete di questo libro, io sono solo la
voce con la quale lei si esprime - dice Gino Cecchettin - trovo
ispirazione in ciò che ha fatto lei perché altrimenti da solo
non avrei mai potuto scrivere questo libro - aggiunge - io
faccio parte del banco degli imputati delle ipocrisie di cui
parliamo oggi, perché le ho riscontrate in me e purtroppo, per
riconoscerle, devi provare dolori importanti come nel mio caso o
trovare qualcuno che ti istruisca".
Un esempio è "l'ipocrisia della maschera dell'uomo forte che
non deve provare emozioni" poiché "indossandola non ho pianto
per la morte di mio nonno" specificando che "provavo dolore ma
il mondo mi aveva insegnato così, che gli uomini non piangono"
fino a che "non ho conosciuto Monica, mia moglie che, piano
piano, ha fatto uscire fuori il vero Gino" tuttavia "è stata
anche questa mia razionalità a fermarmi quando Giulia è
scomparsa, perché ho pensato che se avessi dato di matto non
avrei più saputo come gestirmi" così "mi sono chiesto come
controllare tutti quei sentimenti negativi" e "ho trovato la
risposta in una foto di Giulia, perché guardandola ho sorriso ed
ho pensato ai 22 anni belli vissuti con lei, comprendendo che la
risposta a quell'odio erano il bello e l'amore" così "ho
imparato da Giulia, quando provavo odio guardavo la sua foto
fino a comprendere che, come mia figlia, avrei dovuto aiutare
gli altri".
"Quando la vicenda ha avuto un respiro nazionale mi sono detto
che quei valori sociali e quell'attenzione mediatica sul
problema non dovevano andare smarriti - afferma - così mi sono
promesso che avrei portato avanti questo per corso, per cercare
di fare, insieme a tutti, un passettino in più verso una società
di uguaglianza tra maschi e femmine".
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