(di Rodolfo Calò)
Lo Zambia è lontano e senza
sbocchi al mare ma, stabile e pacifico, è nel mirino già di
decine di aziende italiane, non solo grandi, interessate al
settore minerario come anche ad altri cinque o sei comparti. Il
tutto potendo contare sul 'sistema Italia' supportato da
Ambasciata e Ice e dalla confortante circostanza che anche l'Ue
percorre il lungo sentiero che porta a Lusaka, nel cuore
dell'Africa australe.
E' quanto emerge da un'intervista che l'ambasciatore d'Italia
in Zambia, Antonino Maggiore, ha concesso all'ANSA rispondendo
fra l'altro alla domanda su quali siano i migliori settori di
investimento per le imprese italiane. "Sicuramente il settore
estrattivo, soprattutto nella provincia del Copperbelt" dove a
novembre l'ambasciata ha organizzato una tavola rotonda assieme
allo studio 'The European House Ambrosetti' cui hanno
partecipato "una trentina di aziende italiane ed internazionali
interessate ad espandere le proprie attività nel settore
minerario" e a quelli ad esso "collegati", risponde l'
ambasciatore preannunciando "una missione imprenditoriale" da
"realizzare nei prossimi mesi, in collaborazione con Ice".
Oltre ad evocare "il settore agricolo" (la fiera riminese
MacFrut nelle ultime edizioni "ha sempre ospitato un padiglione
dedicato allo Zambia"), il diplomatico segnala anche "grandi
opportunità legate ai settori dell'energia, in particolare le
rinnovabili; alla gestione dei rifiuti e al trattamento delle
acque, ma anche al turismo ed alla tecnologia. Tutti questi
ambiti saranno anche oggetto dello 'EU-Zambia Economic Forum'
del 18 e 19 maggio a Lusaka cui parteciperanno "in presenza"
anche "aziende italiane, grazie al ruolo dell'Ice".
In Zambia c'è "Enel Greenpower, che ha realizzato un impianto
di fotovoltaico" e "che può certamente avere un ruolo di traino
nel settore delle rinnovabili, sempre più al centro
dell'attenzione anche del nuovo governo zambiano", che ha appena
creato un "ministero per la Promozione della Green economy",
ricorda Maggiore. Nel Paese operano anche Leonardo, Eni, Msc,
Technital, Sari Consulting e Team Engineering oltre a imprese
zambiane guidate da imprenditori italiani e attive nel settore
edile, dei macchinari, ma anche nel comparto dei "centri
commerciali e della distribuzione", sottolinea il diplomatico.
Con l'elezione del presidente Hakainde Hichilema "è stata la
terza volta nella storia del Paese in cui le elezioni si sono
svolte in modo pacifico con passaggio democratico del potere da
un partito all'altro, circostanza che dimostra la sua solidità
democratica", nota Maggiore, prevedendo che il "negoziato con il
Fmi per l'erogazione di un piano di 1,3 miliardi di dollari
permetterà al governo di affrontare, almeno in parte, il nodo
del debito".
Inoltre le "relazioni tra i nostri due Paesi sono
eccellenti", come dimostrato dalla visita del ministro degli
Esteri Stanley Kakubo a Roma per partecipare all'evento
ministeriale 'Incontri con l'Africa' organizzato a ottobre dalla
Farnesina, conclude l'ambasciatore.
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