(di Lorenzo Dolce)
I negozi riaprono e le vie dello
shopping si riempiono in occasione del ponte dell'Immacolata che
dà l'avvio alle festività natalizie: l'Abruzzo si sveglia in
zona arancione, per effetto di un'ordinanza del governatore
Marco Marsilio. Pur lamentandosi della situazione di caos
generata dal provvedimento firmato di domenica sera, gli
esercenti, dopo 19 giorni di chiusura a causa della zona rossa,
tutto sommato sono soddisfatti. Le polemiche, però, non si
placano: è scontro tra Marsilio e il Governo. I ministri Boccia
e Speranza lo diffidano, affinché ritiri l'ordinanza, ma il
governatore va avanti per la sua strada.
A Pescara, cuore del commercio in Abruzzo, tanta la gente in
giro e per tutta la giornata. Tra addobbi natalizi e musiche a
tema, ci sono bimbi a passeggio con i genitori, c'è chi fa la
fila in attesa di entrare nelle attività commerciali, chi
cammina con le buste dopo aver fatto acquisti e chi consuma un
caffè o una pizzetta comprati da asporto. Soddisfatte le
associazioni di categoria, alcune delle quali, però, avrebbero
preferito una riapertura "condivisa" e ora lamentano il caos
derivante dallo scontro politico. Ma sono tutte d'accordo sugli
effetti positivi dell'ordinanza dal punto di vista economico.
Se il commercio tira un sospiro di sollievo, è sul piano
politico che lo scontro si fa sempre più acceso. La partita
riguarda le tempistiche e le regole che prevedono la
suddivisione delle regioni in fasce in base ai colori. Marsilio
- considerate le forti pressioni del mondo politico ed economico
locali - ieri, alla vigilia del ponte dell'Immacolata, visti i
dati in miglioramento, ha firmato l'ordinanza in autonomia,
senza attendere il monitoraggio di venerdì e senza il via libera
del Governo.
La diffida dell'esecutivo non si è fatta attendere: "La
invitiamo e la diffidiamo - scrivono in una lettera a Marsilio i
ministri Boccia e Speranza - a revocare ad horas l'ordinanza
regionale ricordandole le gravi responsabilità che potrebbero
derivare dalle misure da lei introdotte riguardo alla salute dei
cittadini". Il governatore replica di non voler "drammatizzare
il conflitto con il Governo, ma francamente considero eccessivo
se non risibile il tono intimidatorio e la minaccia di
responsabilità penale rispetto ai contagi che deriverebbero da
questo evento". Il governatore critica i tempi lunghi della
Cabina di regia e la regola dei 21 giorni di permanenza in una
fascia di rischio, che "non trova una chiara formulazione in un
testo di legge univocamente leggibile", mentre sottolinea i
risultati positivi della zona rossa da lui anticipata su
indicazione del Gruppo tecnico scientifico regionale. "Conosco
talmente bene il meccanismo - dice - che ho anticipato:
conosciamo i numeri, li sappiamo leggere e siamo in grado sui
parametri principali di capire qual è la situazione".
Secondo il costituzionalista dell'Università di Teramo Enzo
Di Salvatore le lettere di diffida "servono a poco". L'esperto
sottolinea che "i rimedi che il Governo ha a disposizione sono
due: rivolgersi al Tar e chiedere al suo Presidente di adottare
un provvedimento urgente con cui si dispongano 'misure cautelari
provvisorie' e promuovere il conflitto di attribuzione davanti
alla Corte costituzionale. Marsilio, dal canto suo, può solo
impugnare l'ordinanza di Speranza del 5 dicembre davanti al
Tar".
Intanto c'è chi si chiede in quale zona sarà l'Abruzzo per
Natale. "Non mi sbilancio sulla data del passaggio alla zona
gialla", taglia corto Marsilio: anche in quel caso, infatti,
dipenderà tutto dalla situazione sanitaria, dalle tempistiche e
dalla data in cui far partire i conteggi.
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