Nella querelle tra I Ministri
Boccia e Speranza e il presidente della Regione Abruzzo Marsilio
sui tempi o sulla legittimità dell'ordinanza le lettere di
diffida "servono a poco". Lo spiega all'ANSA il
costituzionalista dell'Università di Teramo Enzo Di Salvatore,
il quale sottolinea come "i rimedi che il Governo ha a
disposizione sono due: rivolgersi al Tar e chiedere al suo
Presidente di adottare un provvedimento urgente con cui si
dispongano "misure cautelari provvisorie" e promuovere il
conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale.
Marsilio, dal canto suo, può solo impugnare l'ordinanza di
Speranza del 5 dicembre davanti al Tar".
Secondo Di Salvatore anche la lettera inviata a Marsilio
contiene inesattezze, "perché gli effetti della zona rossa -
necessari per capire fino a quando occorra stare in questo tipo
di zona - vengono fatti decorrere dall'ordinanza di Marsilio, e
cioè dal 18 novembre. Nella lettera si dice che Marsilio avrebbe
"anticipato" la zona rossa. Ma Marsilio - come tutti gli altri
presidenti di regione - non può anticipare niente; anche quello
è stato un potere esercitato impropriamente: Marsilio può solo
adottare misure più restrittive, non classificare una zona come
rossa, arancione o gialla. Insomma, bisogna che ci si metta
d'accordo: se Marsilio questo potere non ce l'ha, allora siamo
in zona rossa da quando lo stabilisce l'ordinanza di Speranza e
i giorni per il declassamento si contano a partire da quel
momento, e cioè dal 22 novembre; se, invece, Marsilio ce l'ha,
allora quei giorni si possono contare a partire dal 18
novembre".
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