"Dandoci la possibilità di
prorogare la Perdonanza celestiniana di un anno, fino al 28
agosto del 2023, Papa Francesco ci ha fatto un grande dono, e
ora è tutto nelle nostre mani, e non solo della Diocesi.
Dovremmo arricchire con eventi culturali, itinerari di
riflessione, iniziative alte dedicate al significato del perdono
e alla pace questo anno. E allora L'Aquila potrà essere davvero
capitale mondiale del perdono, come auspicato dallo stesso Santo
Padre, con tante persone che arriveranno a chiedere
l'indulgenza, da ogni dove, in una città, L'Aquila, che sarà più
bella e accogliente, a cominciare dalle relazioni umane". Così
don Claudio Tracanna, responsabile Ufficio comunicazioni sociali
della Arcidiocesi dell'Aquila e della Conferenza Episcopale
abruzzese molisana, in prima linea nella organizzazione sulla
visita di Papa Francesco che domenica all'Aquila ha aperto, per
la prima volta nella storia, la porta Santa della basilica di
Collemaggio dopo essere stato accolto da circa 20mila fedeli.
Facendo un bilancio e tenuto conto della grande
partecipazione di persone, don Tracanna sottolinea che "sono
tantissimi in queste ore i feedback positivi. Posso affermare
che l'organizzazione è stata impeccabile, da parte di tutti gli
attori coinvolti, che hanno saputo agire in sinergia e con
grande efficienza. Questo è un motivo di grande soddisfazione e
buon esempio da tenere presente nella memoria, in vista delle
prossime occasioni". "Il Papa ha detto 'siate capitale mondiale
del perdono' tutto l'anno, ogni giorno: questo è anche un invito
al passare dalle parole ai fatti, a incarnare i valori, nelle
piccole e grandi cose quotidiane. Il perdono non è far finta di
niente, lasciar correre, ma è prendere il male così come si
manifesta senza anestetici, ma avere la forza di andare oltre,
in cerca della pace e della riconciliazione - conclude il
giovane sacerdote.
L'indulgenza non è terminata ieri con la chiusura della
Porta Santa, come previsto dalla Bolla "Inter sanctorum
solemnia" di Papa Celestino V, ma si potrà lucrare fino alla
Perdonanza del 2023 per speciale concessione dello stesso papa
Francesco.
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