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I Solisti Aquilani e Veneti insieme all'Auditorium del Parco

I Solisti Aquilani e Veneti insieme all'Auditorium del Parco

Ieri sera il concerto "Suoni di passaggio"

L'AQUILA, 21 marzo 2025, 12:00

Redazione ANSA

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Sapienza tecnica, qualità espressiva e umanità dell'esecuzione hanno messo all'unisono gli animi del pubblico con i 23 artisti, de I Solisti Aquilani e I Solisti Veneti, che si sono esibiti ieri sera all'Aquila, nell'Auditorium del Parco, nel concerto "Suoni di passaggio". Le due orchestre da camera più longeve d'Italia sono tornate a suonare insieme, nella rassegna "Musica per la Città", sulle orme di collaborazioni iniziate da Nino Carloni, personalità di riferimento della tradizione musicale aquilana del 1900. Il programma, Quartetto "Serioso" opera 95, nella versione di Gustav Mahler, di Ludwig van Beethoven e "Metamorphosen", studio per 23 archi solisti, di Richard Strauss, ha unito, esaltandole, tutte le caratteristiche artistiche e umane dei 23 artisti presenti sul palco.
    "Sono felice della collaborazione di queste due orchestre, che è partita da lontano - ha detto Giuliano Carella, direttore dei Solisti Veneti - Abbiamo scelto 'Metamorphosen', uno dei brani più drammatici della storia della musica, scritto dopo la seconda guerra mondiale con lo sfondo delle macerie di Berlino distrutta. È un brano apparentemente caratterizzato da un forte pessimismo, ma che contiene anche un messaggio di speranza.
    Viviamo momenti cupi, senza memoria della tragedia della guerra e noi vogliamo dare un messaggio di speranza da portare avanti insieme" conclude Carella.
    "Unire le forze di due complessi, che hanno fatto la storia della musica italiana nel mondo, è significativo in un ambiente pieno di individualismi. Parlare di condivisione in questo momento, così scarso di dialogo, è fondamentale - ha detto Maurizio Cocciolito, direttore artistico de I Solisti Aquilani - Questo concerto, dopo due anni di collaborazione, è la partenza di un percorso di nuovi progetti sempre più entusiasmanti. Il bis ha omaggiato la musica italiana nel mondo di cui Giuseppe Verdi è vessillo in Europa" ha concluso Cocciolito.
   

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