Sapienza tecnica, qualità
espressiva e umanità dell'esecuzione hanno messo all'unisono gli
animi del pubblico con i 23 artisti, de I Solisti Aquilani e I
Solisti Veneti, che si sono esibiti ieri sera all'Aquila,
nell'Auditorium del Parco, nel concerto "Suoni di passaggio". Le
due orchestre da camera più longeve d'Italia sono tornate a
suonare insieme, nella rassegna "Musica per la Città", sulle
orme di collaborazioni iniziate da Nino Carloni, personalità di
riferimento della tradizione musicale aquilana del 1900. Il
programma, Quartetto "Serioso" opera 95, nella versione di
Gustav Mahler, di Ludwig van Beethoven e "Metamorphosen",
studio per 23 archi solisti, di Richard Strauss, ha unito,
esaltandole, tutte le caratteristiche artistiche e umane dei 23
artisti presenti sul palco.
"Sono felice della collaborazione di queste due orchestre,
che è partita da lontano - ha detto Giuliano Carella, direttore
dei Solisti Veneti - Abbiamo scelto 'Metamorphosen', uno dei
brani più drammatici della storia della musica, scritto dopo la
seconda guerra mondiale con lo sfondo delle macerie di Berlino
distrutta. È un brano apparentemente caratterizzato da un forte
pessimismo, ma che contiene anche un messaggio di speranza.
Viviamo momenti cupi, senza memoria della tragedia della guerra
e noi vogliamo dare un messaggio di speranza da portare avanti
insieme" conclude Carella.
"Unire le forze di due complessi, che hanno fatto la storia
della musica italiana nel mondo, è significativo in un ambiente
pieno di individualismi. Parlare di condivisione in questo
momento, così scarso di dialogo, è fondamentale - ha detto
Maurizio Cocciolito, direttore artistico de I Solisti Aquilani -
Questo concerto, dopo due anni di collaborazione, è la partenza
di un percorso di nuovi progetti sempre più entusiasmanti. Il
bis ha omaggiato la musica italiana nel mondo di cui Giuseppe
Verdi è vessillo in Europa" ha concluso Cocciolito.
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