Scarsità d'acqua e siccità sono
riconosciute dall'Ue come un "problema serio" in Italia,
colpendo da qualche anno "in modo significativo, la produzione
agricola, la navigazione interna, l'approvvigionamento idrico
pubblico e la produzione di energia (termica e idroelettrica)".
E' quanto emerge da una relazione sullo stato delle acque
dell'Ue pubblicata dalla Commissione europea per evidenziare
sfide e criticità nei 27 Stati membri che saranno affrontate
nella Strategia Ue per la resilienza idrica attesa nel secondo
trimestre dell'anno. "L'impatto della siccità è destinato ad
aumentare nei prossimi anni, poiché gli effetti del cambiamento
climatico si faranno sentire sempre di più", si legge nel report
dedicato all'Italia.
All'Italia si raccomanda di aumentare la propria resilienza
ai cambiamenti climatici, anche considerando sistematicamente
soluzioni basate sulla natura per aumentare le riserve idriche e
bilanciando le esigenze di adattamento con gli impatti
sull'idromorfologia dei corpi idrici. La scarsità d'acqua non è
però ricondotta solo agli effetti dei cambiamenti climatici in
aumento ma anche ad azioni dell'uomo: secondo i numeri del
rapporto, circa il 77% dei corpi idrici sotterranei soffre di
scarsità d'acqua a causa delle "pressioni di estrazione" da
parte di acquedotti pubblici, industria, agricoltura,
allevamenti ittici, energia idroelettrica, acque di
raffreddamento e circa tre quarti dei corpi idrici sotterranei
che rischiano di non raggiungere un buono stato quantitativo
entro il 2027. Le estrazioni sono considerate una "pressione
significativa" anche per circa il 26% del totale dei corpi
idrici superficiali".
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