Promuovere il riuso delle acque,
contrastare prelievi illegali e sfruttamento delle falde
sotterranee e tener conto dei costi delle alluvioni sui bilanci
nazionali, usando le assicurazioni come strumento di adattamento
ai cambiamenti climatici. Sono queste alcune delle
raccomandazioni formulate dalla Commissione europea ai 27 Stati
membri contenute in una serie di relazioni sullo stato dei
bacini idrici, delle inondazioni e delle misure marittime negli
Stati membri, in modo da individuare le criticità e lavorare
alle soluzioni che confluiranno nella futura Strategia Ue per la
resilienza idrica che l'esecutivo europeo presenterà nel secondo
trimestre dell'anno.
"Le nostre acque devono affrontare sfide significative,
dall'inquinamento alle minacce per l'approvvigionamento idrico,
fino all'insufficiente preparazione alle alluvioni: dobbiamo
intensificare gli sforzi per costruire la resilienza idrica", ha
incalzato Jessika Roswall, commissaria per l'Ambiente incaricata
da Ursula von der Leyen di occuparsi della futura strategia. Le
acque dell'Ue restano inquinate, con meno del 40% dei corpi
idrici in buono stato ecologico, ovvero con bassi livelli di
impatto delle attività umane, e poco più del 26% in 'buono stato
chimico', il che significa che i valori soglia rilevanti per le
sostanze come mercurio e altri inquinanti tossici o inquinanti
da agricoltura non vengono superati. Siccità e scarsità d'acqua
mettono alla prova le riserve idriche dell'Ue mentre il rischio
di un aumento delle inondazioni è considerato elevato.
Nonostante i "progressi" osservati nella gestione delle
alluvioni - che interessano ormai con sempre più frequenza anche
l'Italia - Bruxelles raccomanda alle capitali di migliorare la
"capacità di pianificazione e amministrazione e investire
adeguatamente nella prevenzione delle alluvioni", puntando sul
ripristino degli ecosistemi e soluzioni basate sulla natura,
nonché le misure di preparazione come i sistemi di allarme
rapido in caso di crisi.
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