L'Enci, l'Ente nazionale per la
cinofilia in Italia, ha assicurato "il pieno appoggio" durante i
tavoli ministeriali alle proposte e alle esigenze prospettate in
questi giorni dagli allevatori dei cani di razza per scongiurare
il pericolo che gli strumenti legislativi per il recepimento di
una Direttiva dell'Ue - che istituisce una banca dati europea
sugli allevamenti di animali - finisca per danneggiare l'intero
settore cinofilo e cinotecnico nel nostro Paese. E' quanto
riferisce il Gruppo allevatori cinofili (Gac).
L'assicurazione è contenuta in una risposta che il presidente
dell'Enci, Dino Muto, ha inviato al portavoce del Gac, Attilio
Presta, che gli aveva scritto, in forma privata, "per
rappresentare l'allarme del mondo allevatoriale dove si
cominciano a registrare già le prime chiusure".
Il Gac, costituitosi all'indomani della recente inchiesta tv
di Report sul caos normativo e gestionale della cinofilia in
Italia, a poche settimane dalla nascita ha già ricevuto più di
mille adesioni. "Il presidente Muto - rende noto Presta - ci ha
assicurato che l'Enci è da tempo impegnato in una collaborazione
attiva" con i ministeri della Salute e delle Politiche agricole
"per definire procedure efficienti e semplificate a tutela degli
allevatori che afferiscono al Libro genealogico". Muto si
impegna "a tenere in considerazione le nostre proposte per
soddisfare le esigenze degli allevatori italiani. E, su questo,
noi saremo vigili e attenti", assicura Presta.
Secondo il Gac, questa risposta è "un primo passo importante
verso la tutela degli interessi degli oltre ottomila allevatori
italiani di cani di razza e il riconoscimento del ruolo
fondamentale dell'Enci nel sistema di identificazione degli
animali da compagnia".
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