Come rafforzare le connessioni tra
contrattazione collettiva e sostenibilità per integrare i
principi del'Agenda 2030 nel mondo del lavoro, alla luce della
riforma della Costituzione italiana del 2022 e delle direttive
europee sulla rendicontazione delle imprese e sulla due
diligence. A questo è dedicato il Quaderno "Il diritto del
lavoro e il ruolo della contrattazione collettiva per lo
sviluppo sostenibile" che illustra le implicazioni delle nuove
normative europee e della riforma costituzionale del 2022 per le
politiche del lavoro e di sostenibilità delle imprese che viene
presentato oggi dall'ASviS.
Dal Quaderno emerge che una contrattazione collettiva che
unisca i livelli nazionale, aziendale e territoriale può
integrare meglio le dimensioni ambientale, sociale ed economica
dello sviluppo sostenibile e accelerare la transizione
ecologica.
"Con questo Quaderno l'ASviS mostra chiaramente come le
normative recenti stiano modificando molti istituti del diritto
del lavoro. Tali cambiamenti devono rafforzare il dialogo tra le
parti sociali per individuare strumenti contrattuali innovativi
ed efficaci tramite cui adottare un approccio integrato alla
sostenibilità - dichiara il presidente dell'ASviS, Pierluigi
Stefanini. - Crediamo sia possibile, anche in Italia, seguire un
percorso virtuoso che, collegando la contrattazione collettiva
nazionale con quella aziendale e quella territoriale, porti a
realizzare un modello di sviluppo più equo e sostenibile. Per
affrontare le tensioni tra istanze ambientali, tutela dei
lavoratori e innovazione dei sistemi produttivi serve uno sforzo
comune da parte delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e
degli attori sociali, che adotti gli Obiettivi dell'Agenda 2030
come quadro di riferimento condiviso".
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