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Farmaco offre nuove opportunità per tumore al seno metastatico

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Farmaco offre nuove opportunità per tumore al seno metastatico

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In collaborazione con Gilead

Sacituzumab govitecan usato carcinoma HR+/HER- e triplo negativo

MILANO, 12 marzo 2025, 16:52

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Evento 'Gilead per le donne - Nuove prospettive nel tumore al seno metastatico ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Evento  'Gilead per le donne - Nuove prospettive nel tumore al seno metastatico ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Evento 'Gilead per le donne - Nuove prospettive nel tumore al seno metastatico ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Gilead

Un farmaco offre nuove opportunità per le pazienti con un tumore al seno HR+/HER2- o triplo negativo che abbiano sviluppato metastasi. Il Sacituzumab govitecan, un preparato della categoria degli Antibody-Drug Coniugates (ADC), ha infatti avuto nuova indicazione Aifa per curare il carcinoma mammario metastatico HR+/HER2- e, contemporaneamente, ne è stato anticipato l'impiego alla seconda linea per la cura di un'altra forma di tumore al seno metastatico, quello triplo negativo (mTNBC).
    Ogni anno in Italia ci sono circa 13.000 nuovi casi di tumore metastatico, circa 40-000 donne in Italia convivono attualmente con tumore al seno che ha sviluppato metastasi.
    Gli ADC, o farmaci-anticorpo coniugati, hanno rivoluzionato la cura dei tumori. Sono farmaci capaci di riconoscere le cellule tumorali sfruttando i recettori presenti sulla loro superficie per poi attaccarle e distruggerle dall'interno rilasciando una sostanza chemioterapica in modo selettivo.
    Il tumore al seno HR+/HER2- (HR-positivo, HER2-negativo) costituisce circa il 70% di tutte le diagnosi di carcinoma mammario. In Italia ogni anno ci sono circa 6-8.000 nuovi casi di questo tipo. Nella sua forma metastatica ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 34%. "Sacituzumab govitecan risulta indicato nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico HR+/HER2- che hanno praticato almeno una linea endocrina e almeno due linee di chemioterapia - ha spiegato il prof. Michelino De Laurentiis, direttore Dipartimento Corp-S assistenziale e di ricerca dei percorsi oncologici del Distretto Toracico Istituto Nazionale Tumori IRCCS "Fondazione G. Pascale" di Napoli -. I vantaggi del suo utilizzo rispetto alla tradizionale terapia chemioterapica sono stati evidenziati dallo studio TROPiCS-02: sacituzumab govitecan ha migliorato la 'Progression-Free Survival', riducendo il rischio di progressione della malattia di circa il 34%, e ha prolungato la sopravvivenza, riducendo il rischio di decesso di circa il 21%".
    Di fatto permettendo di 'cronicizzare' e controllare la malattia.
    Ma, appunto, l'uso del farmaco ora può anche essere anticipato alla seconda linea nella cura del tumore al seno metastatico cosiddetto 'triplo negativo ' (mTNBC). Un tumore che deve il suo nome al fatto che nelle sue cellule sono assenti i tre principali bersagli molecolari per cui invece esistono trattamenti efficaci in altri tipi di cancro della mammella (di qui il termine 'triplo negativo'). Un tumore difficile da trattare, proprio per la scarsità (fino a pochi anni fa) di opzioni terapeutiche. Se infatti il tasso generale di sopravvivenza a 5 anni nel carcinoma mammario metastatico è del 29%, per l'mTNBC è del 12%.
    "I dati scientifici hanno evidenziato che sacituzumab govitecan può essere utilizzato già in seconda linea e questo consente di mettere in atto un trattamento in una fase più precoce della malattia, quando le possibilità di risposta sono maggiori», ha spiegato Lucia Del Mastro, direttore della Clinica di oncologia medica dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e professore ordinario di Oncologia Università di Genova.
    "Ora - ha sottolineato Frederico Da Silva, amministratore delegato Gilead Sciences Italia, ramo italiano della azienda che ha sviluppato il farmaco -. Ci auguriamo, insieme a tutti quelli che hanno lavorato per raggiungere l'obiettivo, che queste terapie siano presto disponibili in tutte le Regioni cosicché i pazienti italiani ne possano beneficiare al più presto. Da parte nostra, continueremo a rafforzare il nostro impegno sul fronte della ricerca clinica: a oggi sono attivi 30 studi per 20 nuove potenziali indicazioni per il tumore al seno e altre tipologie di tumori solidi entro il 2030».
    Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia, ha valuto sottolineare il ruolo determinante avuto dalle associazioni di pazienti nel risultato, mentre da Adriana Bonifacino, presidente della Fondazione IncontraDonna, è arrivata la richiesta che "le Regioni si adoperino per garantire la possibilità di prescrizione sia da parte dei Centri di oncologia che dei Centri di senologia, per consentire un'adozione tempestiva di questo trattamento". 
   

ANSAcom - In collaborazione con Gilead

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