Tornare alle antiche
tecniche di lavorazione in vigna per fare fronte, in modo sempre
più efficace e sostenibile, alle emergenze dettate dai
cambiamenti climatici, dalla penuria di acqua e dallo spettro
incombente della desertificazione. Se ne è discusso a Rocca di
Neto, nella cornice della Tenuta Rosaneti dell'azienda Librandi,
nel corso di un'iniziativa ospitata nei locali del Museo
Vi.te.s. - "Viticoltura, territorio e storia", luogo dove si
respira la storia e la tradizione vinicola più autentica del
settore in Calabria e che fa parte della Rete Musei d'Impresa
della Calabria "SudHeritage", nata proprio da un'idea del
compianto Nicodemo Librandi.
In un focus sul tema "In vigna si torna al futuro, idee dal
museo d'impresa" a partrire da un'idea che si è trasformato in
scelte e atti concreti si sono confrontati Paolo Librandi,
co-titolare dell'azienda che ha spiegato la filosofia delle
azioni intraprese dall'azienda; Natale Carvello, presidente del
Gal Kroton e Florindo Rubbettino, editore e presidente della
rete museale Sudheritage che associa i musei d'impresa presenti
nella regione, ultimo associato è il Museo della lana e della
ginestra di Longobucco. Moderati dal giornalista enogastronomico
Gianfranco Manfredi i lavori sono entrati nel vivo con un
approfondimento agronomico svolto da Marta Donna, del "Sata-
Studio Agronomico" di Brescia e da Davide De Santis,
responsabile dello staff agronomico Librandi. Al centro della
discussione le prospettive del settore enologico dinanzi alle
emergenze del climate change, che in un'area come quella del
Cirotano, dove dominano scarsità idrica e le temperature
torride, si traducono nella necessità di aiutare la vite ad
adattarsi. Nei vigneti Librandi, è stato spiegato dai relatori,
c'è un ritorno tecniche antiche come potature tradizionali,
fertilizzazioni naturali con la tecnica dei sovesci, innesti e
accorto uso delle acque. Un insieme di fattori che
contribuiscono al mantenimento delle migliori condizioni del
suolo. In una parola più manualità evitando il ricorso all'aiuto
della chimica e dei prodotti industriali di sintesi che alla
lunga lasciano in eredità la desertificazione dei suoli.
All'iniziativa hanno portato i loro saluti e incoraggiamenti
anche il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari
che da sindaco di Cirò Marina assieme al collega di Rocca di
Neto Alfonso Dattolo, ha annunciato una serie di iniziative in
programma per ricordare la figura di Nicodemo Librandi 'il
professore' con intitolazione di vie e borse di studio dedicate.
Saperi tradizionali utilizzati come antidoti alle nuove
sfide che si apparecchiano per il mondo del vino. Un'attività,
quella della ricerca e della sperimentazione che da circa
trent'anni, è stato evidenziato, rappresenta la cifra
dell'azienda Librandi. A partire dal 2003 è stato realizzato qui
un giardino varietale di 2800 viti "nuove-antiche", disposto a
spirale, allo scopo di includere l'intera collezione di vitigni
raccolti. Da questo impegno ha preso le mosse il progetto che ha
portato l'Istituto di San Michele all'Adige, autentica autorità
nel campo dell'enologia, ad analizzare 126 varietà di cui ben 77
sono risultate uniche, cioè non riconducibili a varietà già
conosciute e catalogate. E così è emerso che i vitigni autoctoni
più antichi hanno mostrato una capacità di resistenza e
adattamento maggiore più adeguato agli stress climatici.
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