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Desertificazione e futuro enologia, in soccorso i saperi antichi

Desertificazione e futuro enologia, in soccorso i saperi antichi

Climate change, confronto nella tenuta Rosaneti di Librandi

ROCCA DI NETO, 31 marzo 2025, 16:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tornare alle antiche tecniche di lavorazione in vigna per fare fronte, in modo sempre più efficace e sostenibile, alle emergenze dettate dai cambiamenti climatici, dalla penuria di acqua e dallo spettro incombente della desertificazione. Se ne è discusso a Rocca di Neto, nella cornice della Tenuta Rosaneti dell'azienda Librandi, nel corso di un'iniziativa ospitata nei locali del Museo Vi.te.s. - "Viticoltura, territorio e storia", luogo dove si respira la storia e la tradizione vinicola più autentica del settore in Calabria e che fa parte della Rete Musei d'Impresa della Calabria "SudHeritage", nata proprio da un'idea del compianto Nicodemo Librandi.
    In un focus sul tema "In vigna si torna al futuro, idee dal museo d'impresa" a partrire da un'idea che si è trasformato in scelte e atti concreti si sono confrontati Paolo Librandi, co-titolare dell'azienda che ha spiegato la filosofia delle azioni intraprese dall'azienda; Natale Carvello, presidente del Gal Kroton e Florindo Rubbettino, editore e presidente della rete museale Sudheritage che associa i musei d'impresa presenti nella regione, ultimo associato è il Museo della lana e della ginestra di Longobucco. Moderati dal giornalista enogastronomico Gianfranco Manfredi i lavori sono entrati nel vivo con un approfondimento agronomico svolto da Marta Donna, del "Sata- Studio Agronomico" di Brescia e da Davide De Santis, responsabile dello staff agronomico Librandi. Al centro della discussione le prospettive del settore enologico dinanzi alle emergenze del climate change, che in un'area come quella del Cirotano, dove dominano scarsità idrica e le temperature torride, si traducono nella necessità di aiutare la vite ad adattarsi. Nei vigneti Librandi, è stato spiegato dai relatori, c'è un ritorno tecniche antiche come potature tradizionali, fertilizzazioni naturali con la tecnica dei sovesci, innesti e accorto uso delle acque. Un insieme di fattori che contribuiscono al mantenimento delle migliori condizioni del suolo. In una parola più manualità evitando il ricorso all'aiuto della chimica e dei prodotti industriali di sintesi che alla lunga lasciano in eredità la desertificazione dei suoli.
    All'iniziativa hanno portato i loro saluti e incoraggiamenti anche il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari che da sindaco di Cirò Marina assieme al collega di Rocca di Neto Alfonso Dattolo, ha annunciato una serie di iniziative in programma per ricordare la figura di Nicodemo Librandi 'il professore' con intitolazione di vie e borse di studio dedicate.
    Saperi tradizionali utilizzati come antidoti alle nuove sfide che si apparecchiano per il mondo del vino. Un'attività, quella della ricerca e della sperimentazione che da circa trent'anni, è stato evidenziato, rappresenta la cifra dell'azienda Librandi. A partire dal 2003 è stato realizzato qui un giardino varietale di 2800 viti "nuove-antiche", disposto a spirale, allo scopo di includere l'intera collezione di vitigni raccolti. Da questo impegno ha preso le mosse il progetto che ha portato l'Istituto di San Michele all'Adige, autentica autorità nel campo dell'enologia, ad analizzare 126 varietà di cui ben 77 sono risultate uniche, cioè non riconducibili a varietà già conosciute e catalogate. E così è emerso che i vitigni autoctoni più antichi hanno mostrato una capacità di resistenza e adattamento maggiore più adeguato agli stress climatici.
   

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