"Tutti parlano, ma noi ci sentiamo
come calciatori costretti a subire falli mentre gli arbitri
guardano altrove. Basta giochetti e polemiche, vogliamo solo
continuare a lavorare". Così alcuni operai dello stabilimento
Stellantis ,di Pomigliano d'Arco (Napoli), commentano l'incontro
del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con i
rappresentanti dei sindacati ed il sindaco della città delle
grandi fabbriche Raffaele Russo, svoltosi in mattinata a Palazzo
Santa Lucia.
I lavoratori spiegano di non essere disposti "ad essere
sacrificati per le polemiche politiche". "Purtroppo - spiega una
delle tute blu - siamo di fronte ad un gioco politico: o il
Governo finanzia, o Stellantis taglia i posti di lavoro. Ma
siamo sempre e comunque noi a subire le conseguenze di questo
gioco al massacro: Stellantis sta tagliando sui costi da mesi,
ed ora si rischia il lavoro. Gli incentivi per le auto
elettriche che non produciamo qui, non servono a farci tenere
stretto il posto di lavoro. Basta, siamo stanchi. Il Governo
tenga testa a Stellantis, e si prenda questo stabilimento. Le
auto le sappiamo fare, le faremo per l'Italia, elettriche,
pagati dallo Stato con le nostre tasse. Senza lavoro non potremo
più vivere con dignità, ma neanche pagare le tasse". Tanti gli
operai la cui memoria torna al 2010, quando l'allora Ad di Fca,
Sergio Marchionne, minacciò la chiusura dello stabilimento.
Scioperi, proteste, ed alla fine l'assegnazione del modello
Panda ancora prodotto in fabbrica. "Ma la Panda elettrica si
produrrà in Serbia - concludono le tute blu - ed oggi, come nel
2010, a subire le conseguenze di piani industriali fumosi siamo
sempre noi. Per fare un paragone con il calcio, noi siamo come i
calciatori in campo quando l'arbitro, in questo caso sindacati e
politica, guarda altrove, e la squadra avversaria, cioè
l'azienda, prende a calci tutti impunemente".
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