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De Luca, evitare che prenda campo il diritto della forza

De Luca, evitare che prenda campo il diritto della forza

Il presidente della Campania al Concerto per la Pace

NAPOLI, 01 febbraio 2025, 19:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Continua l'iniziativa della Regione, cominciata a ottobre del 2022, quando dicemmo che chi promuove le guerre e le aggressioni è colpevole ma noi non siamo innocenti. Oggi assistiamo all'esplosione di guerre, la violenza, siamo passati da quando dopo la Seconda guerra mondiale, la Shoah, Auschwitz, dicemmo mai più la guerra, a un'esplosione di nuova barbarie, a una situazione nella quale gli organismi internazionali sono svuotati di poteri e il diritto internazionale sembra aver perduto ogni efficacia". Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine del Concerto per la Pace organizzato al Duomo di Napoli.
    "Dobbiamo muoverci - ha detto De Luca - ridare forza al diritto internazionale, per evitare che prenda campo il diritto della forza, dei carri armati, dei droni, dei missili. Una cosa deve preoccuparci molto, la ricaduta di queste immagini di violenza sulle giovani generazioni. Provate a immaginare quante migliaia di volte hanno visto le immagini di sangue, bombardamenti, eccidi, mutilazioni, bambini morti". "Tutto questo - secondo De Luca - non è indifferente per i giovani, determina anche una caduta nei comportamenti quotidiani. La banalizzazione della violenza determina un abbassamento della soglia di resistenza alla violenza anche nella vita ordinaria e una diffusione di comportamenti violenti". "Dobbiamo reagire - ha concluso De Luca - e siamo qui nel Duomo di Napoli per esprimere solidarietà e condivisione a Papa Francesco, che ha avuto il coraggio di lanciare il messaggio della pace in maniera tenace, coerente, indifferente anche alle accuse di scarso realismo. Vogliamo essere con lui, dal punto di vista laico e religioso, vogliamo essere 'cristiani assurdi', quelli che prendono Cristo sul serio, quelli che considerano il Vangelo non un modo di dire ma un modo di vivere".
   

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