"Kvaratskhelia? Non eravamo
ricattati, ma quasi. Siamo stati costretti a cederlo a gennaio".
Il direttore sportivo del Napoli, Giovanni Manna traccia in
conferenza stampa il bilancio del mercato invernale e precisa
alcuni aspetti della campagna di compravendita della società,
all'indomani di qualche polemica e soprattutto delle reazioni
dei tifosi sui social, delusi per il mancato potenziamento della
rosa.
"Ringraziamo Kvara - aggiunge Manna - per quello che ha dato
al Napoli e per ciò che ha fatto per la Società e per i tifosi.
Ma non è vero che la sua cessione serviva per risanare il
bilancio. Abbiamo trattato con lui il rinnovo fino a 20 giorni
prima del passaggio al Psg, ma le dinamiche del mercato e la
volontà del calciatore ci hanno indotto ad acconsentire alla
cessione".
Manna ha poi parlato anche delle altre trattative non andate a
buon fine. "Danilo lo conosco, avevamo un accordo, avevamo
definito tutto. Ci aspettavamo arrivasse, poi ha fatto una
scelta professionale e di vita diversa. Pensavamo di
concretizzare la trattativa, peccato ma purtroppo le cose sono
andate in questo modo". "Comuzzo? Avevamo pensato di fare un
investimento per il futuro - spiega - Ci avrebbe permesso di
mandare Rafa Marin a giocare, era tutto pronto. Abbiamo fatto
un'offerta concreta. Ci eravamo spinti oltre il valore del
calciatore, con il 15-20 per cento in più. Mi spiace che sia
stato tutto molto mediatico".
"Non mi piace sentir dire che siamo stati presi per il collo.
C'è sempre esigenza di vendere e comprare. Lo abbiamo visto con
Osimhen. Non è corretto uscire dai nostri parametri e
ipervalutare un calciatore. La nostra realtà è questa", ha anche
detto il ds del Napoli "C'è ambizione - conclude- Dobbiamo
stare tranquilli, c'è un'aspettativa alta della piazza. Restiamo
in contatto con la realtà. Sento dire che potevamo vincere lo
scudetto, calma. Il mercato e il Napoli non sono finiti il 3
febbraio. Serve coerenza. L'abbiamo dimostrato in tante
situazioni. Ci sono club che possono fare altre cose e noi non
lo facciamo, non siamo indebitati. Non facciamo operazioni per
accontentare la piazza".
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