Sarà il Teatro Nuovo di Napoli a
ospitare, da sabato 15 febbraio alle 19 (in replica domenica
16), 'Radio Argo Suite', nuova edizione dello spettacolo che
Peppino Mazzotta, interprete e regista, e l'autore Igor Esposito
portarono in scena nel 2011, conquistando, sottolinea una nota,
"consensi di pubblico e critica e aggiudicandosi diversi premi e
riconoscimenti". Un allestimento, quello di tredici anni fa, più
teatrale e meno intimo rispetto a quello attuale, rielaborato da
Mazzotta con la maturità di oggi e il desiderio di "sottrarre"
per arrivare all'essenza delle cose.
Presentato da Teatro Rossosimona, Radio Argo Suite è una
performance per voce e musica, riscrittura dell'Orestea di
Eschilo, del poeta e drammaturgo partenopeo, con le musiche
originali di Massimo Cordovani eseguite dal vivo con Mario Di
Bonito e la post produzione live dei suoni di Andrea Ciacchini.
"Una coraggiosa impresa drammaturgica, una densa partitura con
una forte vocazione libertaria e ribelle - si afferma ancora -
che risulta, tuttavia, fedele ai materiali classici di
riferimento. Igor Esposito ha aggiunto del proprio agli elementi
classici della narrazione pur rispettandoli, e ha sapientemente
composto una partitura non naturalistica che ha l'eco della
scrittura classica".
"Nelle figure degli eroi greci e troiani riecheggiano
sinistramente quelle della nostra storia recente - scrive
Mazzotta nella presentazione - tiranni in giacca e cravatta e
colonnelli perennemente in divisa, accecati da bizzarre
ossessioni. Oppressi da tragiche manie che urlano proclami,
recitano comizi deliranti, vomitano infernali sentenze
attraverso gli altoparlanti di una radio, o gli schermi dei
televisori. Responsabili di tragiche decisioni e veri e propri
massacri, per motivi discutibili o futili tanto quanto la
bellezza di una donna". Elena, il cui rapimento da parte del
troiano Paride causa l'assedio di Troia, diviene così il simbolo
di tutto ciò che il tiranno di ieri e di oggi usa come pretesto
e giustificazione per dare libero sfogo alle sue più oscure
devianze. Con una prosa decisa e senza mezze misure, Igor
Esposito "vuole farci dimenticare il linguaggio edulcorato,
diluito e politicamente corretto della cronaca contemporanea,
tornando ad un parlare franco e appassionato, senza censure né
compromessi dettati dal calcolo o dall'interesse. Così facendo,
ci fa sentire di nuovo il pericolo della realtà che ogni giorno
attraversiamo inconsapevoli, in un processo di smascheramento
continuo e inesorabile".
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