"Papà, dove vai con la pistola?": è stata intercettata anche una conversazione di questo tenore durante le indagini dei carabinieri coordinate dalla Dda e dalla Procura di Minorenni che oggi ha portato a 27 arresti (tra cui 4 minori) a Pomigliano d'Arco, tra soggetti ritenuti legati ai gruppi camorristici Ferretti-Mascitelli e Cipolletta.
Spiegando quante armi i due clan avessero a disposizione, il maggiore Andrea Coratza, comandante del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, ha fatto riferimento proprio alla disinvoltura con la quale gli affiliati maneggiavano le armi, addirittura uno di loro "scarrellando" una pistola in casa davanti al figlio di 6 anni che incuriosito gli ha chiesto dove stesse andando con quell'arma.
Le indagini sono iniziate alla fine del 2023 quando, a Pomigliano, si erano registrati atti violenti con armi da fuoco.
"In quel periodo ci sono state 11-12 stese - ha detto Coratza - in strada o contro le abitazioni dei rivali, oltre ad attentati dinamitardi e incendi. Tutte le azioni violente sono avvenute in orario in cui la città di Pomigliano, piena di esercizi commerciali, era piena di gente". Questi episodi hanno evidenziato la presenza di due clan che si stavano facendo guerra per l'egemonia negli affari criminali: "Abbiamo documentato 14 estorsioni - ha detto ancora il maggiore Coratza - ai danni di imprenditori, commercianti e 11 rapine quasi tutte dai compiute da minori con modalità particolarmente violente. Malmenavano le vittime e sparavano. Si tratta di gruppi criminali pericolosi e sfrontati con una grande disponibilità di armi".
Durante le attività investigative sequestrate circa una trentina di armi, tra fucili e pistole.
Gratteri, "sequestrati 90mila euro, intercettazioni pagate"
"Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati 90mila euro, quindi le intercettazioni ce le siamo pagate". Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i particolari del blitz anticamorra di stamattina a Pomigliano d'Arco, nel Napoletano che ha portato all'arresto di 27 persone, tra cui quattro minorenni risultati essere particolarmente violenti. Gratteri ha più volte ribadito in passato l'essenzialità delle intercettazioni contestando le posizioni del ministro Nordio sull'argomento. "Sul piano criminale - ha detto ancora Gratteri - questi presunti innocenti hanno usato i droni per portare in carcere droga e telefonini che sono serviti, in questi due anni di indagine, per portare messaggi all'esterno e dirigere i clan". "L'indagine - ha aggiunto il procuratore di Napoli - nasce dalla procura ordinaria e poi è passata alla distrettuale: questo dimostra che l'uso dei telefonini da parte della camorra è sovente".
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