"Avrei voluto discutere con voi qui
oggi di quale modello di Italia vorremmo tra 10 anni e invece
sono qui a chiedere di prevedere il minimo indispensabile" per
far andare avanti la ricerca in Italia. A dirlo, nell'Aula di
Palazzo Madama, rivolgendo un accorato e commosso appello ai
parlamentari e al governo, è la senatrice a vita Elena Cattaneo
illustrando la mozione presentata da lei e altri sui programmi
di finanziamento pubblico alla ricerca.
E questo minimo indispensabile sono "bandi pubblici a data
certa per consentire una programmazione ai nostri studiosi" e
"risorse pubbliche alle migliori idee disponibili". "Negli
ultimi anni - osserva Cattaneo - abbiamo perso 14.000
ricercatori" e "un'emorragia di competenze così preziose
dovrebbe essere un'ossessione per ogni governo e invece non è
così". E questo passaggio scatena le proteste della maggioranza,
subito rientrate dopo il richiamo del presidente di turno
Gianmarco Centinaio. Elena Cattaneo però va avanti e spiega di
non riferirsi ad un "governo in particolare perché sono almeno
vent'anni che c'è questa situazione" di totale carenza verso la
ricerca. "Non esiste infatti un ricercatore che abbia fondi per
le sue ricerche", aggiunge. "Ed è giusto che invece ognuno di
loro debba guadagnarsi le risorse attraverso i propri progetti".
"Dal 2007 - continua - abbiamo i Brin (Bandi di ricerca di
interesse nazionali) ma non sono stati quasi mai finanziati. E
così si sciolgono i gruppi, i ricercatori se ne vanno", per non
parlare poi dello "slittamento delle graduatorie" che avviene
"riproponendo finanziamenti a progetti consentitemi il termine
'cadavere'". Ma poi, dichiara ancora Cattaneo, ci sono anche "le
risposte ai bandi" che "arrivano anche dopo 18 mesi" senza
contare "le proroghe che vengono decise all'ultimo minuto".
Con la mozione, insomma, si impegna il governo "a disporre
che il fondo FIRST sia stabilmente finanziato, senza soluzione
di continuità, affinché possano essere previsti annualmente
bandi PRIN non inferiori a 350 milioni di euro, secondo
tempistiche certe e note per tempo e garantendo trasparenza e
accuratezza di valutazione dei progetti e in ordine
all'erogazione delle risorse". E tra le varie richieste mosse
all'Esecutivo, c'è anche quella di "istituire, presso il
Ministero della università e della ricerca, una Commissione di
esperti di chiara fama nell'ambito delle politiche della ricerca
che, entro 3 mesi dalla sua istituzione, elabori una proposta
operativa per la creazione della struttura (auspicata nella
Strategia per la ricerca fondamentale) che mimi o funga da
"agenzia della ricerca" dedicata a gestire le procedure di
valutazione (terze e indipendenti sia dall'accademia italiana,
sia dal decisore politico) nell'ambito delle numerose linee di
finanziamento della ricerca pubblica italiana, facendo tesoro
dei modelli organizzativi e operativi diffusi da tempo in
pressoché tutti gli Stati europei".
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