Una "rivoluzione copernicana" per i 3mila chilometri di rete gestita da Aspi. E' la piattaforma Argo presentata dall'amministratore delegato Roberto Tomasi, dal presidente e Ad di Ibm Italia Enrico Cereda e dal Ceo di Fincantieri Giuseppe Bono, partner tecnologici di Aspi, che ha investito per il progetto 60 milioni. Un programma che prevede il monitoraggio computerizzato delle infrastrutture con sensori intelligenti, Internet delle Cose (IoT) e droni già "dalle prossime ore", ha spiegato Tomasi. Dapprima "sulle 430 opere delle Direzioni di Tronco autostradali di Cassino e Bari", poi "nei prossimi 30 giorni nella totalità dei 1.943 ponti e dei 2mila cavalcavia della rete di Autostrade per l'Italia".
Tra questi il Ponte San Giorgio di Genova, sorto sulle macerie del 'Ponte Morandi'. "Nel corso del 2021 - ha aggiunto il manager - la sua applicazione sarà estesa ai processi di manutenzione dei ponti e cavalcavia e a tutte le 587 gallerie della rete dove, grazie al Digital Twin, sarà possibile attuare un modello di monitoraggio strumentale con sensori IoT 'ad hoc' di Fincantieri NexTech e soluzioni tecnologiche di ultima generazione". In totale "saranno 4.500 le opere monitorate da Argo" e per gli utenti "non ci sarà alcun impatto sulla tariffazione autostradale".
Secondo Cereda (Ibm) Argo beneficerà di "ulteriori avanzamenti a metà del 2021", mentre Bono (Fincantieri) ha sottolineato la "grande attenzione del Governo, nello specifico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che segue molto attentamente la nostra azione e a servizio del quale possiamo raggiungere obiettivi molto importanti per la crescita del Paese". Concepita da Autostrade Nextech per la rete gestita da Aspi, Argo è pronta per per essere messa a disposizione del mercato e proposta all'estero "già da domani", ha sottolineato l'amministratore delegato di Autostrade Nextech Lorenzo Rossi. Quello della sicurezza è solo uno degli aspetti principali del nuovo progetto, messo a punto per rimarginare le ferite causate del crollo del Ponte Morandi di Genova. Dopo "troppo tempo senza punti di riferimento chiari e condivisi", ha spiegato Tomasi, è partito nell'ultimo anno un "confronto proficuo tra gestori, Mit e centri di ricerca universitari". Ora Aspi, forte di un piano industriale da 7 miliardi in manutenzioni e 14,5 in investimenti, punta a diventare "uno dei primi gestori europei di mobilità integrata entro il 2030".
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