Perde quasi il 5% il titolo della Nissan alla Borsa di Tokyo, dopo le anticipazioni dei media nipponici sulle attuali incomprensioni tra la dirigenza della casa auto nipponica sul progetto di integrazione con la concorrente Honda, che vedrebbe quest'ultima spingere per un controllo effettivo della gestione operativa, e la possibilità invece che la fusione si concluda in un nulla di fatto. Il titolo della Honda ha invece guadagnato l'8,20%.
Secondo il giornale Nikkei la proposta di Honda prevede che Nissan diventi una sua sussidiaria, non rispettando gli accordi iniziali di dicembre, con la costituzione di una holding e il mantenimento dei rispettivi marchi. I colloqui di dicembre esploravano l'opportunità di unire le forze e creare la terza casa automobilistica al mondo, nel tentativo di poter competere ad armi pari con le aziende cinesi e la Tesla sul mercato dei veicoli elettrici. Lo stesso amministratore delegato di Honda, Toshihiro Mibe, aveva insistito all'epoca che non si trattava di un salvataggio, malgrado il taglio di migliaia di posti di lavoro annunciato da Nissan, dopo aver registrato un crollo del 93% dell'utile netto del primo semestre. Sempre in dicembre, secondo fonti riportate dalla stampa locale, il colosso taiwanese dell'elettronica Foxconn aveva tentato senza successo di acquisire una quota di maggioranza in Nissan, rivolgendosi anche alla Renault che possiede il 35% del capitale azionario della terza casa auto nipponica. Dopo avere attraversato un decennio turbolento, che ha visto anche l'arresto nel 2018 dell'ex amministratore delegato Carlos Ghosn, successivamente fuggito in Libano, l'azienda si trova adesso gravata da una forte esposizione debitoria che, secondo gli analisti, maturerà in prevalenza nei prossimi due anni.
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