La Corte di Cassazione ha
riconosciuto a una coppia di Varazze (Savona), la cui casa sorge
ai margini dell'autostrada A10, un indennizzo per il rumore che
investe notte e giorno la loro villetta e una cifra prevista in
caso di procedura d'esproprio poiché il valore della loro
abitazione è stato dimezzato. Lo scrive oggi l'edizione genovese
de La Repubblica spiegando che " Autostrade per l'Italia dovrà
pagare ai due coniugi un milione di euro", se non di più, "visto
che al deprezzamento della casa per 951mila euro vanno aggiunte
decine di migliaia di euro per 'il riconoscimento del danno
esistenziale in relazione al minore godimento dell'immobile'".
L'ordinanza pronunciata dalla Terza sezione civile presieduta
dalla giudice Antonietta Scrima ha respinto il ricorso di
Autostrade e confermato le tesi dei due varazzini che erano
assistiti dall'avvocato Luigi Cocchi dice Repubblica. La causa
intentata dai coniugi la cui villetta è molto vicina all'A10,
sosteneva che le "immissioni sonore e di gas di scarico
provenienti dal vicino tracciato autostradale ritenute superiori
alla normale tollerabilità… avrebbero loro causato una lesione
del diritto alla salute, oltre a determinare un deprezzamento
del valore commerciale dell'immobile". Il percorso
giudiziario si sviluppa in tre capitoli. La sentenza del
Tribunale di Savona condanna Aspi a risarcire il danno
esistenziale e a collocare barriere fonoassorbenti ma respinge
le richieste per danno biologico e deprezzamento. La Corte
d'Appello di Genova nel 2022, però, riteneva 'intollerabili le
immissioni di rumore' e condanna ad un risarcimento pari appunto
a 951 mila euro per il deprezzamento. Aspi con il ricorso in
Cassazione ha contestato l'interpretazione del danno ritenendola
eccessiva rispetto alla richiesta. Ma la Corte di Cassazione ha
confermato la decisione dei colleghi genovesi, scrive ancora
Repubblica, sottolineandone la precisione.
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