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È davvero necessario eseguire radiografie per gli impianti dentali?

È davvero necessario eseguire radiografie per gli impianti dentali?

Risponde il del dottor Giacomo Gualini

28 gennaio 2025, 09:17

Redazione ANSA

ANSACheck
Dott. Giacomo Gualini, Commissione SIdP-ANSA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dott. Giacomo Gualini, Commissione SIdP-ANSA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Se stai pensando di sottoporti a un intervento di implantologia dentale, probabilmente ti sarai chiesto: è davvero indispensabile fare delle radiografie? La risposta breve è sì, ma capiamo insieme perché questi esami sono fondamentali e cosa comportano.

Perché le radiografie sono importanti?

Gli impianti dentali non sono semplici otturazioni: si tratta di interventi chirurgici che prevedono l’inserimento di una vite in titanio nell’osso mascellare o mandibolare per sostituire un dente mancante. La buona riuscita di questa procedura dipende dalla precisione nella pianificazione, e qui entrano in gioco le radiografie. Le radiografie forniscono al dentista un quadro completo della struttura ossea, della posizione dei nervi e dei seni mascellari. Permettono di valutare la qualità e la quantità dell'osso disponibile, identificando eventuali problematiche come cisti, infezioni o anomalie anatomiche. Questo livello di dettaglio è essenziale per pianificare l’intervento in modo sicuro e personalizzato.

Quali radiografie si utilizzano?

Esistono diverse tipologie di esami radiologici, ognuno con un ruolo specifico nella pianificazione implantologica: Radiografia endorale: questo esame è indicato per analizzare piccole aree, come due o tre denti. Ha una bassa esposizione alle radiazioni ed è utile nei casi meno complessi, quando si devono posizionare uno o pochi impianti. Viene utilizzata anche per controllare il corretto posizionamento degli impianti dopo l’intervento e monitorarne lo stato nel tempo. Dose di radiazioni: molto bassa, pari a circa 5-10 µSv (microsievert).

Ortopantomografia (panoramica dentale): questa radiografia fornisce una visione complessiva del cavo orale, incluse le arcate dentarie e i seni mascellari. È rapida, semplice e comporta una minima esposizione alle radiazioni. Tuttavia, essendo bidimensionale, non consente misurazioni precise della densità o della qualità dell’osso, ma è un punto di partenza utile. Dose di radiazioni: circa 20-30 µSv.

CBCT (Cone-Beam Computed Tomography): è lo strumento più avanzato per la pianificazione implantologica. Questo esame tridimensionale offre una visione dettagliata delle strutture anatomiche, permettendo al dentista di pianificare con estrema precisione. È particolarmente indicata nei casi complessi, come in presenza di nervi vicini o nei pazienti con poco osso disponibile. Dose di radiazioni: varia da 50 a 200 µSv.

La sicurezza delle radiografie: miti e realtà

È naturale che i pazienti si preoccupino per l’esposizione alle radiazioni. Tuttavia, è importante sottolineare che gli esami radiologici moderni sono estremamente sicuri. Le tecnologie attuali riducono al minimo le dosi di radiazioni, che risultano paragonabili a quelle dell’esposizione solare quotidiana.

Ad esempio:

• Una radiografia endorale equivale a un breve periodo trascorso all’aperto in una giornata soleggiata.

• Una panoramica dentale corrisponde a circa mezza giornata sotto il sole.

• Una CBCT, pur avendo una dose maggiore, resta paragonabile a pochi giorni di esposizione solare.

È importante ricordare che il beneficio diagnostico supera di gran lunga i rischi. Un quadro radiologico preciso consente di prevenire complicazioni, migliorare i risultati e garantire una maggiore sicurezza durante l’intervento.

È possibile fare a meno delle radiografie?

La risposta è no. Tentare di eseguire un impianto senza un’adeguata pianificazione radiografica significherebbe operare “a occhi chiusi”. Non si avrebbe la certezza della posizione dei nervi o della quantità di osso disponibile, aumentando il rischio di insuccesso o complicazioni.

Un esempio pratico: il valore della CBCT

Immaginiamo un paziente con una significativa perdita ossea nella mascella superiore. Senza una CBCT, sarebbe difficile identificare con precisione la distanza tra l’osso residuo e il seno mascellare, aumentando il rischio di perforazioni. Grazie alla CBCT, invece, il dentista può pianificare l’intervento con margini di sicurezza, valutando se è necessario un rialzo del seno o altre procedure preparatorie.

Conclusione

Le radiografie non sono solo una parte del processo: sono il primo passo per garantire il successo degli impianti dentali. Grazie a queste tecnologie, il dentista può operare in modo sicuro, preciso e personalizzato, minimizzando i rischi per il paziente. Se hai dubbi o preoccupazioni sulle radiografie, parlane con il tuo dentista. La comunicazione aperta è essenziale per affrontare qualsiasi intervento con serenità e fiducia.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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