- ROMA - Per il 93,2% degli italiani il cibo è cultura, e ciò testimonia il legame profondo che c'è tra gli alimenti e la storia dei territori e le identità produttive locali. Il cibo diventa non solo veicolo di espressione personale, ma anche simbolo di identità collettiva che li identifica nel Made in Italy. E' quanto evidenzia il Secondo Rapporto Federalimentare-Censis "Cibo e libertà. Binomio inscindibile nello stile di vita italiano" presentato, in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy in un convegno alla Camera dei Deputati.
In piena tempesta dazi Usa, per il Sottosegretario al Masaf Luigi D'Eramo "è fondamentale consolidare la nostra presenza su diversi mercati internazionali senza tralasciare lo spazio importante che abbiamo conquistato nel mercato americano". Tuttavia , ha osservato D'Eramo nel corso dell'evento, "occorre una semplificazione normativa per competere ad armi pari con gli altri Paesi e per salvaguardare le nostre produzioni e i nostri alimenti da attacchi sconsiderati come è stato il Nutriscore. Il nostro Made in Italy rappresenta un ambasciatore credibile della nostra italianità nel mondo in grado di coniugare parole chiave come cultura, equilibrio, qualità, rispetto dell'ambiente e del territorio".
Per il 93% dei cittadini è nell'industria alimentare italiana che la loro libertà di scelta si esercita grazie alla vastità dei prodotti sani, sicuri, ben fatti, buoni e sostenibili che offre. Questa capacità, che ha solo l'industria, garantisce un'alimentazione democratica, sostenibile e accessibile che coniuga tradizione e innovazione senza demonizzare, ma offrendo un ventaglio di prodotti sani e alla portata di tutti. Per il 90,7% degli italiani, infatti, la libertà di scegliere cosa mangiare è presupposto di una più alta consapevolezza alimentare.
"L'industria alimentare è la prima manifattura del Paese con quasi 200 miliardi di fatturato, e abbiamo raggiunto un nuovo record dell'export, 57 miliardi, +9% rispetto all'anno precedente" ha rimarcato il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. "Il principale merito di questi risultati è dei nostri imprenditori che, in un tempo di grosse incertezze, non hanno perso la fiducia, ma hanno continuato ad investire e a produrre cibo di qualità, sicuro e ben fatto".
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