"Allo stesso tempo dobbiamo essere in
grado di intercettare i gusti in evoluzione per poter garantire
un'offerta in linea con le nuove tendenze", ha aggiunto.
Secondo i dati di Nomisma Wine Monitor per Federvini, i dazi
fino al 20% farebbero aumentare i prezzi medi all'importazione
dei vini Dop da +0,90 euro/litro per il Prosecco, a +2,60
euro/litro per i vini rossi piemontesi, a +2,40 euro/litro per i
rossi toscani. Tenendo conto che dalla dogana allo scaffale il
prezzo del vino aumenta mediamente di 4 volte, il rischio di
disintermediazione dell'italiano dai canali distributivi
americani è concreto.
Cresce poi l'attrazione per i vini dealcolati; secondo le
dichiarazioni di consumo raccolte da Nomisma per i prossimi 12
mesi, i consumatori giovani (23-35 anni) che preferiranno vini
low/no alcol rispetto ai tradizionali sono il 34% negli Stati
Uniti, il 25% nel Regno Unito, il 26% in Germania e il 20% in
Francia. Quanto ai fattori decisivi per l'acquisto di vino
nell'ultimo anno, sono sempre più incisive le caratteristiche
green, importanti per il 41% dei consumatori tra i 23 e 35 anni
britannici, il 35% degli statunitensi, il 32% dei tedeschi, il
38% dei francesi e il 34% degli spagnoli. In Spagna invece il
prezzo (per il 50% degli intervistati) diventa più rilevante
nella scelta di acquisto di un vino, così come in Francia (40%),
mentre negli Usa e in Germania il brand figurano in testa ai
criteri, rispettivamente per il 37% e il 35%. Interessante
notare comunque che in tutti i mercati per i consumatori più
giovani la sostenibilità di un vino supera l'interesse per il
biologico.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA