Il recupero della produzione del vino
nel 2024 fa calare i prezzi delle uve a doppia cifra rispetto al
2023, da -25% per il Barolo a -44% per il Morellino di Scansano,
anche se non mancano eccezioni. E' quanto emerge dall'analisi
realizzata da Bmti su dati Istat in occasione del Vinitaly: i
volumi di uve da vino sono tornati a superare i 65 milioni di
quintali, +12,7% rispetto all'anno precedente, ma inferiori agli
oltre 70 milioni di quintali raccolti nel triennio 2020-2022.
Un viaggio in tutte le regioni vocate a partire dal Veneto,
dove i prezzi delle uve Amarone e Recioto sono diminuiti del
13%, dell'8% per il Valpolicella e del 9% per il Prosecco
Conegliano Valdobbiadene. In Friuli-Venezia Giulia stabili
quelle per Pinot grigio, Chardonnay, Friulano e Ribolla Gialla.
In Piemonte, invece, sono scese del 7% quelle del Barbera
d'Asti, invariate invece per il Moscato Docg. In controtendenza
la Lombardia, dove l'andamento delle uve destinate alla
produzione di Franciacorta e della Lugana hanno subito
rispettivamente un rialzo del +5% e del +7%. In Emilia-Romagna,
stabili per il Lambrusco, mentre scendono in Umbria per il
Sagrantino Docg (-22%).
In Toscana, dopo la flessione del 2023, la produzione di uve
da vino registra un aumento del 35%. I prezzi per il Brunello di
Montalcino sono scesi di quasi il 20%, flessione analoga anche
per il Chianti Classico e il Bolgheri rosso. Anche in Abruzzo,
il recupero produttivo ha impresso un calo ai prezzi delle uve
da vino. Dopo gli aumento del 2023, le quote sono scese del 9%
per il Pecorino d'Abruzzo e del 2% per il Montepulciano
d'Abruzzo .
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