Dal 4 febbraio al 2 marzo, nella
Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De' Toschi, apre al
pubblico 'In a Naked Room', mostra personale dell'artista
olandese Peggy Franck (1978), a cura di Davide Ferri. Il
progetto rientra nel programma di Art City Bologna 2025 in
occasione di Arte Fiera. Alla base del lavoro di Peggy Franck
c'è il segno pittorico, fluido e volatile - un segno di
pennellate libere, multidirezionali e instabili, che sembra
collocarsi nell'alveo dell'espressionismo astratto, di artisti
come De Kooning, Motherwell ed Helen Frankenthaler - realizzato
in verticale come in orizzontale, con strumenti eterogenei, che
rilanciano una trama di movimenti e gesti che percorrono la
superfici e lo spazio, talvolta le pareti dello stesso,
esplorandone anche le zone marginali.
'In a Naked Room' è una mostra in cui Franck si confronta con
Palazzo De' Toschi alludendo alla presenza di un corpo che ha
abitato lo spazio pubblico. Al centro della mostra c'è il Salone
della Banca, non più ambiente di rappresentanza, ma stanza nuda,
spogliata di elementi che lo connotano come luogo
dell'ufficialità "quasi a stabilire, con essa, una dimestichezza
che la trasforma in un ambiente domestico". "È complicato
provare a definire il lavoro di Peggy Franck fissandolo nei
limiti di una definizione univoca e di un medium specifico",
spiega il curatore Davide Ferri. "La sua pratica può avere un
carattere inafferrabile e sfuggente: pittura espansa,
installativa, a vocazione scultorea? Oppure pittura e basta,
pittura come impronta dell'individualità, la cui cornice è lo
spazio tutto intero? Pittura, scultura e fotografia coesistono
nel suo lavoro e in relazione tra loro, come termini
equivalenti, che le permettono di comporre un'immagine
muovendosi tra diverse possibilità combinatorie e azioni
reversibili".
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