"'Passerò il resto della mia
vita in prigione, morirò qui e non ci sarà nessuno a cui dire
addio'. Queste sono state le ultime parole di Alexei Navalny,
pronunciate da una prigione del Circolo Polare Artico dove era
stato rinchiuso. Purtroppo, aveva ragione. Queste parole
appaiono in un libro che racchiude la scelta di Navalny con un
titolo semplice ma potente, Patriot. Sua moglie Yulia ha detto
che condividere la sua storia può ispirare altri a lottare per
ciò che è giusto e a non perdere mai di vista i valori che
contano davvero. In quest'aula mi conoscete tutti. Sono un
conservatore, un uomo di destra. Amo profondamente la mia
nazione ed è per questo che nutro una profonda ammirazione per
questo martire russo. È anche per questo che disprezzo coloro
che, pur definendosi patrioti, minano la sua eredità e non
tengono conto del suo sacrificio". Così il copresidente del
gruppo Ecr, Nicola Procaccini, intervenendo in plenaria a
Strasburgo al dibattito sul primo anniversario dalla morte del
dissidente russo. "Personalmente - ha aggiunto - riesco a
malapena a immaginare il coraggio di un uomo che, dopo essere
miracolosamente sopravvissuto all'ennesimo attentato, dà un
bacio d'addio a moglie e figli e si imbarca su un aereo per
tornare in patria, affrontando a testa alta un regime crudele e
assassino. Ne è valsa la pena? Il fatto che oggi siamo qui a
parlare di lui è la prova che ne è valsa la pena. Credo che il
coraggio di pochi possa ispirare molti e che prima o poi la
Russia tornerà libera. Il grande scrittore russo Tolstoj
scrisse: 'Proprio come una fiaccola ne accende un'altra e così
si trovano accese migliaia di fiaccole, così un cuore ne accende
un altro, infiammando migliaia di cuori'".
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