Prima presentazione italiana,
ieri sera a Pordenone, per Filosofia minima del pendolare
(Iperborea), il nuovo libro di Björn Larsson. Lo scrittore
svedese, fra i più noti e amati dal pubblico italiano, ha
dialogato con Claudio Cattaruzza, curatore del festival Dedica,
in un incontro organizzato dall'associazione Culturale Thesis.
La scelta di Pordenone per il lancio del volume non è
casuale, ma nasce dall'affetto di Larsson per la città,
consolidato dalla sua partecipazione nel 2017 al festival Dedica
che ogni anno, in marzo, celebra un autore e ne indaga l'opera a
360 gradi (quest'anno ne sarà protagonista lo scrittore
iraniano-olandese Kader Abdolah).
Il pubblico ha risposto con entusiasmo alla brillante
conversazione, nel corso della quale l'autore ha raccontato la
sua esperienza di pendolare incallito fra Danimarca, Svezia e
Italia. Per oltre quarant'anni, infatti, Larsson ha accumulato
migliaia di chilometri in traghetto, treno, bus e aereo,
annotando dettagli, abitudini e paradossi della vita da
pendolare. Il libro, un pamphlet agile e divertente, mescola
episodi di vita vissuta con riflessioni profonde sulla società
contemporanea, il linguaggio, la mobilità e l'isolamento durante
la pandemia. Non mancano le critiche al capitalismo e alla
frenesia della modernità, ma il tono è sempre leggero e ricco di
autoironia.
"Pendolare non significa solo spostarsi: è un'esperienza
sospesa, un tempo fuori dal tempo in cui ci si trova a
riflettere, osservare, vivere attimi di inattesa libertà", ha
sottolineato Larsson durante la serata.
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