I settantanove giorni di assedio da
parte dei carri armati turchi a Cizre, città curda nel sudest
della Turchia al confine con la Siria e l'Iraq, tra il 2016 e il
2017, e la conseguente strage di civili: a raccontarli è
Kurdbûn - Essere curdo, il documentario del pluripremiato
regista, sceneggiatore e scrittore curdo-iraniano Fariborz
Kamkari (Pitza e Datteri, I fiori di Kirkuk), distribuito da
Officine Ubu, che sarà presentato al cinema Troisi di Roma,
martedì 19 aprile alle 19.45. Alla proiezione seguirà l'incontro
in sala moderato dal giornalista e ricercatore Giuliano
Battiston con il regista Kamkari, Yilmaz Orkan, rappresentante
della comunità curda in Italia, Vincenzo Miliucci di Rete
Kurdistan Italia e Alberto Negri, giornalista e inviato di
guerra. Il film sarà in programma anche mercoledì 20 aprile alle
ore 18 e venerdì 22 alle 19.
"Uno degli aspetti che più mi ha impressionato della strage
di Cizre (città curda in Turchia) - ha spiegato Kamkari - è la
somiglianza con la mia esperienza personale a Sna (città curda
in Iran) 38 anni fa, quando l'esercito iraniano ha attaccato la
città indifesa e l'ha bombardata per più di trenta giorni solo
perché gli abitanti avevano deciso di non accettare il regime di
Khomeini". Kamkari, attraverso uno straordinario lavoro di
scrittura e montaggio, ha ricostruito la drammatica esperienza
dell'assedio vissuta dalla giornalista curda Berfin Kar, che
insieme al suo cameraman è rimasta bloccata nella città durante
tutto il periodo dei bombardamenti, documentando giorno dopo
giorno la violazione dei diritti umani perpetrate dall'esercito
turco contro donne, anziani e bambini, ma anche il coraggio
degli abitanti nel trovare forme di sopravvivenza e resilienza
quotidiana come dimostra la frase di Brecht "Quando
l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere"
che campeggia su quel che resta di un muro di Cizre distrutto
dai bombardamenti.
La reporter Berfin Kar oggi si trova in Turchia in attesa di
essere processata.
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