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25 aprile, Presidente Mattarella a Genova per 80^ Liberazione

25 aprile, Presidente Mattarella a Genova per 80^ Liberazione

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GENOVA, 25 aprile 2025, 16:11

Redazione ANSA

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25 aprile: Presidente Mattarella a Genova - RIPRODUZIONE RISERVATA

25 aprile: Presidente Mattarella a Genova - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è a Genova per l'80^ anniversario della Liberazione. Dopo essersi recato al Campo dei Partigiani del cimitero di Staglieno per l'apposizione della corona d'alloro alla targa che ricorda i resistenti caduti, il Presidente ha preso parte alla cerimonia istituzionale al Teatro Ivo Chiesa e ha assistito a uno stralcio dello spettacolo 'D'oro' di Gad Lerner.
    Tra gli interventi in teatro quello del Governatore Marco Bucci che ha più volte ricordato che "Genova si liberò da sola".
    Bucci ha reso omaggio ai resistenti e ai partigiani, ricordando che la città "svolse un ruolo determinante nella Resistenza".
    Libertà e democrazia, ha detto "non sono mai scontate, la memoria è il nostro scudo più forte".

   Mattarella,da Liguria venne lezione su moralità della Resistenza 
"Dalla Liguria è venuta allora una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sulle ragioni di fondo che si opponevano al dominio dell'uomo sull'uomo, si opponevano a un conflitto nato non per difendere la propria comunità ma come aggressione alla libertà di altri popoli". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Genova in occasione del 25 aprile.Celebriamo oggi qui, a Genova, l'ottantesimo anniversario della liberazione dalla dittatura fascista e dalla occupazione nazista. Una regione, la Liguria che, ricca di virtù patriottiche, tanto ha contribuito alla conquista della libertà del nostro popolo. In Liguria le formazioni partigiane assunsero "comportamenti elementari di rispetto e di solidarietà i partigiani si uniformavano a quel Codice di Cichero, che faceva sì che, nelle formazioni, il capo dovesse mangiare per ultimo, potesse addormentarsi solo una volta accertato personalmente che tutto funzionasse e fosse in ordine, avesse i turni di guardia più gravosi, che non si bestemmiasse, che non si molestassero le donne, che non si requisisse senza pagare il dovuto, che si dovesse dividere con gli altri qualunque cosa si ricevesse".

"Nel 1945 l'Italia si univa nuovamente - Sud e Nord - dopo che quest'ultimo era stato separato e trattenuto in ostaggio dai nazisti e dalla Repubblica di Salò. Tante le sofferenze e i caratteri originali della Resistenza ligure, solidamente collegata ai centri di Torino e di Milano e destinata, come essi, a soffrire sino in fondo la barbarie nazista e fascista. Con le stragi della Pasqua di sangue del 1944 alla Benedicta, di Fontanafredda di Masone, all'Olivetta di Portofino, a Costa Binella di Testico, alla Foce del Centa di Albenga, a Molini di Triora, Torre Paponi di Pietrabruna ove due sacerdoti vennero arsi vivi, a Ressora di Arcola. Qui si sviluppa la maturazione politica di patrioti che sanno assumere, accanto alle operazioni militari di sabotaggio e di contrasto alle forze di occupazione, responsabilità di governo. Qui si collocano anelli di quell'arco di esperienze di "zone libere" che confermano la presenza sul territorio delle formazioni partigiane e la stretta relazione con le popolazioni. Qui, con la libera Repubblica di Pigna e di Triora nell'Imperiese, di Torriglia nel Genovese, della Repubblica del Vara in Alta Val di Vara nello Spezzino, emerge la dimostrazione della estraneità tra regime e popolazioni. Questo si manifestava nelle vallate, e trovava conferma nelle città dalle quali migliaia di donne e uomini vennero ignobilmente avviate al lavoro coatto in Germania, alla deportazione verso il lager di Mauthausen. E la fabbrica, le fabbriche, si manifestarono, una volta di più, luoghi di solidarietà, scuole di democrazia, con la crescita di coscienza sindacale, e la costituzione delle squadre di difesa operaia. Con gli scioperi nel Savonese e nello Spezzino alla fine del 1943 e nel 1944, che conferirono una forte spinta all'allargamento del consenso verso il movimento partigiano. Gli scioperi a Genova del 1943 sino al giugno del 1944, sino allo sciopero insurrezionale del 1945".

   Mattarella, Resistenza voleva pace, repubblichini la morte
   'In gioco la vita contro l'esaltazione del culto della morte' 
"La aspirazione profonda del popolo italiano, dopo le guerre del fascismo, era la pace.Il regime aveva reso costume degli italiani la guerra come condizione normale: non la guerra per la vita ma la vita per la guerra. La Resistenza si pose l'obiettivo di raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli. In gioco erano le ragioni della vita contro l'esaltazione del culto della morte, posto come disperata consegna dalle bande repubblichine". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Genova in occasione del 25 aprile

   Mattarella ricorda Guido Rossa e la risposta al terrorismo 
   'Dalle fabbriche venne una risposta coraggiosa, esigente' 
"A Genova si espresse e si affermò il respiro della libertà. Un'anima che non sarebbe mai stata tradita. Un patto, un impegno, che non sarebbero venuti meno neppure quando, negli anni '70, il terrorismo tentò di aggredire le basi della nostra convivenza democratica. E dalle fabbriche venne una risposta coraggiosa, esigente, che si riassume nel nome di Guido Rossa. La sua testimonianza appartiene a quei valori di integrità e coraggio delle persone che, anche qui, edificarono la Repubblica". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Genova in occasione del 25 aprile.

   Mattarella cita il Papa, è sempre tempo di Resistenza ++ 
   'Ecco perché sono sempre attuali i valori che l'hanno ispirata' 
Il Papa "nella sua "Fratelli tutti", ci ha esortato a superare "conflitti anacronistici" ricordandoci che "ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti". Ecco perché è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l'hanno ispirata".

   Bucci, una data fondamentale per l'Italia 
  'Per Genova assume un significato ancora più profondo' 
"Il 25 aprile è una data fondamentale per l'Italia, per Genova assume un significato ancora più profondo per la nostra storia, il 25 aprile 1945 la nostra città fu teatro degli ultimi scontri tra le forze partigiane e le truppe tedesche, che alla fine furono costrette alla resa". Lo dichiara il presidente della Regione Liguria Marco Bucci in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Genova per celebrare l'80/mo anniversario dalla Liberazione. "Genova fu l'unico caso in Europa in cui un corpo d'armata tedesco si arrese non agli Alleati, ma si arrese alle nostre formazioni partigiane, - ricorda Bucci - a Villa Migone il generale Gunther Meinhold firmò l'atto di resa alla presenza dei rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale, questo fu un momento cruciale per la nostra città e per l'intero Paese". "È con profonda gratitudine e grande orgoglio a nome di Genova e della Liguria che porgo il più caloroso benvenuto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la sua presenza qui a Genova in occasione dell'ottantesimo anniversario dalla Liberazione, - sottolinea Bucci - rappresenta un onore immenso e un segno di grande attenzione per la nostra città e per l'intero territorio ligure".

   Piciocchi 'a Genova germogliò seme Costituzione' 
   Il vicesindaco a celebrazioni con Presidente Sergio Mattarella 
"Genova è l'unica città d'Europa che 80 anni fa si è liberata da sola - ha detto il vicesindaco Piciocchi dal palco del Teatro Ivo Chiesa - l'unica città il cui popolo seppe costringere alla resa le milizie nazifasciste con coraggio, abnegazione, in nome della libertà, della giustizia, della lotta alla tirannide, in nome della pace. Come ha lasciato scritto Paolo Emilio Taviani, accanto al Comitato di Liberazione era centrale una pleiade di comitati di comune, di delegazioni, di rione, di azienda: è la testimonianza concreta di come un'intera comunità, fatta di operai, studenti, donne e uomini di ogni estrazione sociale e formazione, ebbe il coraggio di alzare la testa, ribellarsi al giogo delle armi e della violenza, e liberare con orgoglio le proprie piazze, le proprie strade, le proprie case, dalle valli alla costa, salvando il proprio porto dal rischio concreto di essere annientato dalle milizie naziste. Per la prima volta nella storia di questa guerra un corpo d'esercito si è reso un popolo: fu l'annuncio che il 26 aprile 1945 Paolo Emilio Taviani diede in radio alla città". "Siamo orgogliosi della nostra storia, Signor Presidente, orgogliosi che da Genova sia germogliato il seme della nostra Costituzione - ha aggiunto - con il contributo di persone straordinarie, come Teresa Mattei, detta Kiki, una delle 21 madri costituenti, ricordata con il fratello Gianfranco da una targa nel suo quartiere di San Fruttuoso, a pochi metri da Villa Luigone. La nostra Carta Costituzionale è nata anche dal sacrificio di tanti genovesi che qui ricordiamo. Solo nei giorni dell'insurrezione 300 furono i morti e 3.000 i feriti. Del loro estremo tributo oggi siamo grati, perché ci hanno lasciato in eredità la Repubblica, che ci unisce come cittadini nel nome della pace. Sì, quell'unità che può sconfiggere ogni nemico senza perdere il senso di umanità. Quell'umanità che seppe tenere viva anche nella lotta Aldo Gastaldi, detto Bisagno, nato a Granarolo, il primo partigiano d'Italia, che conservò sempre i valori del cattolicesimo, del rispetto delle persone, stilando un codice di regole morali che preservassero la vita e la dignità umana, anche in quei giorni cupi e tragici. In tante lettere ai propri familiari, in punto di morte per mano degli aguzzini nazifascisti, scritte dai partigiani genovesi, risuona potente il richiamo ad agire per quei figli e per quel futuro che sapevano bene non avrebbero mai potuto vedere, con un sentimento di consapevolezza e orgoglio di essere parte di un disegno più ampio in cui tutti possiamo e dobbiamo fare la differenza, insieme e uniti, come il Comitato di Liberazione Nazionale costituitosi a Genova il 27 luglio 1943, partecipato da tutti i partiti antifascisti che hanno saputo andare oltre le divisioni, facendo prevalere quello che li accomunava: il valore della libertà. E questa è una lezione sempre attuale, che ci scuote, ci interpella, chiama in causa la nostra comune responsabilità: che il 25 aprile sia giornata di unità nazionale e di coesione per la nostra città".

  Orlando cita Mattarella, è sempre tempo di Resistenza 
   "Tanto più oggi, quando quei valori sono messi in discussione" 

"La città che nel 1945 si liberò senza l'aiuto degli alleati. Il presidente Mattarella ha ricordato oggi a Genova l'attualità della Resistenza affermando che è sempre tempo di Resistenza. Questo concetto è tanto più valido oggi, quando i valori e i principi che si affermarono grazie al moto della Liberazione sono messi più o meno esplicitamente in discussione. Il sacrificio di tante donne e tanti uomini necessita di un impegno per la sua difesa, per la sua riaffermazione. Ripetiamo con il presidente Mattarella: è sempre tempo di Resistenza". Così sui social Andrea Orlando.

   Cavo, forte appello di Mattarella a non astenersi 
   "Partecipazione politica contraddistingue nostra democrazia" 
"Oggi abbiamo celebrato la nostra Genova protagonista della Liberazione, la nostra Genova che con i suoi 35mila partigiani (di cui oltre duemila donne) si è liberata da sola. Il presidente Mattarella, che con la sua presenza ha reso ancora più solenne questo 80^ anniversario, ci ha ricordato i tanti protagonisti della nostra storia di libertà, dai partigiani Bisagno e Alloisio al sacrificio di Guido Rossa, soffermandosi sulla figura del presidente Sandro Pertini che induce a ricordare come la partecipazione politica contraddistingue la nostra democrazia". Cosi Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati, che oggi ha partecipato alla celebrazione del 25 aprile al teatro Nazionale di Genova come parlamentare ligure. "Un forte appello, quello del presidente Mattarella, a non arrenderci all'astensionismo - scrive Cavo -. Un messaggio chiaro e attualissimo, così come rimane vivo il ricordo dell'inaugurazione della casa natale di Pertini, a Stella, nel 2016. Un appello, quello all'esercizio del voto e della democrazia, anche per riconoscere il sacrificio di chi ha lottato per difende i valori della giustizia, della libertà, dell'antifascismo e per la conquista dei nostri diritti. Un appello che parte dalla nostra Genova, da un teatro dove giovani attori hanno messo in scena con convinzione ed entusiasmo gli articoli della nostra Costituzione: l'augurio è che sia già questo un segno di speranza per una democrazia ad alta intensità".

  
   

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