Rimane in carcere Maria Paola Canegrati, la cosiddetta 'zarina' dell'odontoiatria lombarda, finita in carcere con altre persone, tra cui il presidente della commissione regionale sanità Fabio Rizzi, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Monza in cui si ipotizzano mazzette, regalie e favori da parte della donna in cambio di appalti a società del suo gruppo specializzato nel settore odontoiatrico. Il gip monzese ha infatti respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla donna, difesa dall'avv.
Leonardo Salvemini, giovedì scorso durante l'interrogatorio di garanzia. Per il giudice "non è mutato il quadro indiziario" nonostante si sia dimessa da tutte le cariche societarie. L'istanza verrà riformulata domani al termine dell'interrogatorio che la donna renderà davanti al pm Manuela Massenz. "Spiegherà punto per punto le contestazioni e consegnerà un memorandum", ha detto il legale, aggiungendo che la sua assistita "vuole fare chiarezza sulla sua posizione".
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