Si preparano giornate burrascose al
Teatro alla Scala dove è convocata per il 5 febbraio l'ultima
seduta del consiglio di amministrazione prima del rinnovo dei
componenti, che dovrebbe avvenire entro il 17 febbraio quando è
fissata la riunione prevista per l'insediamento del nuovo cda.
Quella del 5 è una seduta straordinaria senza un ordine del
giorno preciso, in cui si potrebbe parlare della buona uscita
per il sovrintendente Dominique Meyer, ormai a fine mandato, e,
eventualmente, di un incarico di consulenza da affidargli.
Questo anche se certamente non gli hanno fatto guadagnare i
favori della maggioranza le dichiarazioni che ha rilasciato a M,
il magazine di Le Monde, in un lungo articolo cui è dedicata la
copertina dal titolo 'La Scala scena politica' in cui si dà
conto del fatto che il manager francese, non rinnovato in base
alla norma messa dal governo che fissa 70 anni come età massima
anche per i manager stranieri, ha fatto uno strappo al
protocollo per non avere al proprio tavolo, alla cena di Gala
dopo l'inaugurazione del 7 dicembre, il presidente del Senato
Ignazio La Russa, esponente di FdI. Segno di distanza dalla
"retorica nazionalista", scrive Le Monde, del principale partito
di maggioranza. "Questa gente racconta tante cose senza sapere
di cosa parla" ha aggiunto il manager francese riferendo di
quando Vittorio Sgarbi, allora sottosegretario, convinto del
bisogno di un sovrintendente italiano alla Scala, aveva portato
come esempio di scelte nazionaliste l'Opéra di Parigi, dove però
il sovrintendente è tedesco.
Ma dello stesso partito di La Russa è il ministro della
Cultura Alessandro Giuli che dovrà nominare due membri nel
prossimo cda. Per ora non si hanno certezze sui nomi che
indicherà (come sulla ventilata conferma del finanziere
Francesco Micheli). Giuli non ha ancora incontrato su questo il
presidente della Lombardia Attilio Fontana, cui spetta un
consigliere. E' prassi che le nomine vengano fatte di concerto,
o almeno dopo una consultazione. Spetterà fra l'altro al nuovo
consiglio firmare il contratto di Fortunato Ortombina, già
indicato come nuovo sovrintendente. E poi si dovranno nominare
il direttore del ballo (con un interim di un anno e poi l'arrivo
di Roberto Bolle) e soprattutto il direttore musicale, dopo la
scadenza a fine 2025 dell'incarico di Riccardo Chailly. L'arrivo
di Daniele Gatti è stato dato per certo dal sindaco Sala, ma
anche in questo caso nessun contratto è stato firmato.
Dal consiglio è comunque data invece per certa l'uscita di
fondazione Monte di Lombardia, che non dovrebbe venire
sostituita. Di conseguenza alla prossima tornata il cda tornerà
ad avere nove membri e non più dieci (lo statuto prevede siano
fra i 9 e i 15). Certo è il nome del presidente, ovvero il
sindaco di Milano Giuseppe Sala, come pare certa la conferma dei
consiglieri indicati da Eni (l'ad Claudio De Scalzi) e Allianz
(l'ad e direttore generale Giacomo Campora). Improbabile
l'uscita di scena per Fondazione Cariplo del presidente emerito
di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, classe 1932. Dovrebbe
lasciare invece l'ex presidente di Assolombarda Alberto
Meomartini. Per sostituirlo si fa il nome di un altro ex
presidente di Assolombarda, Diana Bracco.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA