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Scala: ultimo cda il 5 febbraio, poi le nuove nomine

Scala: ultimo cda il 5 febbraio, poi le nuove nomine

Le Monde: 'Meyer non ha voluto La Russa al proprio tavolo'

MILANO, 01 febbraio 2025, 18:35

Redazione ANSA

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Si preparano giornate burrascose al Teatro alla Scala dove è convocata per il 5 febbraio l'ultima seduta del consiglio di amministrazione prima del rinnovo dei componenti, che dovrebbe avvenire entro il 17 febbraio quando è fissata la riunione prevista per l'insediamento del nuovo cda.
    Quella del 5 è una seduta straordinaria senza un ordine del giorno preciso, in cui si potrebbe parlare della buona uscita per il sovrintendente Dominique Meyer, ormai a fine mandato, e, eventualmente, di un incarico di consulenza da affidargli.
    Questo anche se certamente non gli hanno fatto guadagnare i favori della maggioranza le dichiarazioni che ha rilasciato a M, il magazine di Le Monde, in un lungo articolo cui è dedicata la copertina dal titolo 'La Scala scena politica' in cui si dà conto del fatto che il manager francese, non rinnovato in base alla norma messa dal governo che fissa 70 anni come età massima anche per i manager stranieri, ha fatto uno strappo al protocollo per non avere al proprio tavolo, alla cena di Gala dopo l'inaugurazione del 7 dicembre, il presidente del Senato Ignazio La Russa, esponente di FdI. Segno di distanza dalla "retorica nazionalista", scrive Le Monde, del principale partito di maggioranza. "Questa gente racconta tante cose senza sapere di cosa parla" ha aggiunto il manager francese riferendo di quando Vittorio Sgarbi, allora sottosegretario, convinto del bisogno di un sovrintendente italiano alla Scala, aveva portato come esempio di scelte nazionaliste l'Opéra di Parigi, dove però il sovrintendente è tedesco.
    Ma dello stesso partito di La Russa è il ministro della Cultura Alessandro Giuli che dovrà nominare due membri nel prossimo cda. Per ora non si hanno certezze sui nomi che indicherà (come sulla ventilata conferma del finanziere Francesco Micheli). Giuli non ha ancora incontrato su questo il presidente della Lombardia Attilio Fontana, cui spetta un consigliere. E' prassi che le nomine vengano fatte di concerto, o almeno dopo una consultazione. Spetterà fra l'altro al nuovo consiglio firmare il contratto di Fortunato Ortombina, già indicato come nuovo sovrintendente. E poi si dovranno nominare il direttore del ballo (con un interim di un anno e poi l'arrivo di Roberto Bolle) e soprattutto il direttore musicale, dopo la scadenza a fine 2025 dell'incarico di Riccardo Chailly. L'arrivo di Daniele Gatti è stato dato per certo dal sindaco Sala, ma anche in questo caso nessun contratto è stato firmato.
    Dal consiglio è comunque data invece per certa l'uscita di fondazione Monte di Lombardia, che non dovrebbe venire sostituita. Di conseguenza alla prossima tornata il cda tornerà ad avere nove membri e non più dieci (lo statuto prevede siano fra i 9 e i 15). Certo è il nome del presidente, ovvero il sindaco di Milano Giuseppe Sala, come pare certa la conferma dei consiglieri indicati da Eni (l'ad Claudio De Scalzi) e Allianz (l'ad e direttore generale Giacomo Campora). Improbabile l'uscita di scena per Fondazione Cariplo del presidente emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, classe 1932. Dovrebbe lasciare invece l'ex presidente di Assolombarda Alberto Meomartini. Per sostituirlo si fa il nome di un altro ex presidente di Assolombarda, Diana Bracco.
   

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