Milano ha ricordato le vittime
delle foibe e l'esodo degli italiani dell'Istria, di Fiume e
della Dalmazia con una cerimonia davanti alla stele a loro
dedicata, realizzata dall'artista ed esule Piero Tarticchio.
Oltre ai rappresentanti delle istituzioni hanno partecipato alla
commemorazione diversi familiari di esuli che hanno portato la
loro testimonianza, come Lorenza Caneva, figlia di Ferruccio,
nato vicino a Pola "che ha dovuto lasciare tutto per poter
rimanere libero e italiano".
Il Giorno del ricordo "per me è una giornata per ricordare il
dramma del mio papà, di sua sorella e di sua mamma e di tutti
gli esuli e i martiri delle Foibe - ha aggiunto -perché dobbiamo
ricordare perché non accada più niente di tutto ciò".
Alla cerimonia ha preso la parola la figlia di Piero
Tarticchio, Barbara, che ha ricordato i sette familiari
infoibati. "Lui ha ancora vivo il ricordo della notte in cui
portarono via suo padre, i titini entrarono in casa e con il
calcio del fucile lo spinsero fuori - ha spiegato -. Lui ricorda
i polsi legati con il filo di ferro, che hanno sputato per terra
e hanno detto 'morte al Fascismo, libertà ai popoli', la stessa
frase che in questi giorni ha imbrattato Basovizza. Lui non la
sentiva da quando hanno portato via suo padre da casa", ha
concluso.
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