Il Gip di Milano, Luigi Iannelli, ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, ma ha disposto nei loro confronti una misura interdittiva: il divieto di far parte delle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici per il primo di un anno, per il secondo di otto mesi.
Il provvedimento è stato depositato oggi nell'ambito dell'inchiesta per turbativa d'asta e falso sul concorso per la progettazione della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic).
Il giudice ha disposto per Boeri, per tutti e tre i reati contestati, ovvero due turbative e un'ipotesi di falso, l'interdizione, "in qualità sia di docente universitario che di professionista esterno", ossia di architetto, dalla "attività di comporre commissioni giudicatrici nell'ambito di procedure per l'affidamento di contratti pubblici" per la "durata di un anno". E lo "interdice" anche dal "concludere contratti con la Pubblica Amministrazione, salvo che per ottenere prestazioni di pubblico servizio, per la durata di un anno".
Stesse misure decise anche per il terzo indagato, per il quale i pm avevano chiesto i domiciliari, ossia il progettista Pier Paolo Tamburelli. Mentre per Zucchi è stata disposta l'interdizione per 8 mesi dal far parte di commissioni giudicatrici, come docente o architetto.
Per gli altri due indagati, Angelo Lunati e Giancarlo Floridi, progettisti che facevano parte della cordata vincitrice del concorso, i pm avevano chiesto misure interdittive, ma il giudice ha respinto l'istanza della Procura.
Secondo le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dal pool dell'aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Filippini, Serafini e Clerici, Boeri e Zucchi non avrebbero dichiarato i conflitti di interesse, accademici e professionali, che li legavano al team vincitore.
E ci sarebbero stati "accordi", documentati da chat, per aggiudicare la gara indetta dal Comune nel luglio 2022.
Tamburelli, che faceva parte di uno degli studi vincitori assieme ad altri, sempre secondo i pm, avrebbe avuto "un ruolo di primo piano" nel pilotare la gara.
"Ha vinto il progetto migliore", così si erano difesi Boeri e Zucchi negli interrogatori preventivi del 4 febbraio davanti al gip. Nessun favoritismo, secondo la difesa, né accordi illeciti, ma progetti valutati in forma "anonima" e possibili conflitti di interessi non segnalati, perché le regole della gara prescrivevano di farlo solo per rapporti di collaborazione economica "in corso".
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