Un Medioevo molto più colorato
dell'immagine buia che in genere se ne ha, i frati benedettini
vestiti con sai arancione e i francescani di azzurro elettrico,
farà da cornice a 'Il nome della rosa', la nuova opera di
Francesco Filidei tratta dal celebre romanzo di Umberto Eco, in
prima assoluta domenica 27 aprile alla Scala (e successive 4
repliche) con la direzione di Ingo Metzmacher e la regia di
Damiano Michieletto.
Si tratta di uno spettacolo coprodotto dalla Scala col Teatro
Carlo Felice di Genova e l'Opéra di Parigi, sostenuto dalla
Siae. Il libretto è stato scritto dallo stesso Filidei con
Stefano Busellato e Pierre Senges, coi drammaturghi Hannah
Dübgen e Carlo Pernigotti, che hanno lavorato su 2 versioni,
italiana e francese.
"L'ambientazione è medievale certamente - precisa Michieletto
- ma creando immagini di volta in volta contemporanee: c'è ad
esempio un grande portale medievale che all'inizio accoglie lo
spettatore e i due protagonisti principali e che grazie a un
gruppo di mimi in qualche modo prende vita e si trasforma".
'Il nome della rosa' è diviso in 7 giornate, tre delle quali
formano il primo atto e quattro il secondo. L'installazione
principale è una grande cantoria ottagonale che ospita il coro e
sormontato da un labirinto sospeso, formato da veli che cambiano
di continuo per far apparire i luoghi in cui avviene l'azione
scenica. "Abbiamo dato continua vivacità alla trama - aggiunge
il regista - cercando di catturare costantemente l'attenzione
dello spettatore".
Le scene sono di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti, le
luci di Fabio Barettin, la drammaturgia di Mattia Palma, la
coreografia di Erika Rombaldoni. Gli interpreti principali: il
novizio Adso da Melk e Guglielmo da Baskerville sono Kate
Lindsey en travesti e Lucas Meachem. Il bibliotecario cieco
Jorge de Burgos è Gianluca Buratto. Quindi Daniela Barcellona
(l'inquisitore, en travesti), Fabrizio Baggi (l'abate del
monastero), Katrina Galka (la ragazza del villaggio, ma anche la
statua della Vergine), Roberto Frontali (l'ex dolciniano
Fabrizio), Owen Willetts (Malachia). La voce di Adso Vecchio è
restituita dal Coro diretto da Alberto Malazzi, mentre le Voci
bianche del Coro dell'Accademia dirette da Bruno Casoni sono i
Novizi. La prima del 27 aprile sarà trasmessa in diretta da RAI
Radio Tre.
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