L'Associazione Marche a Rifiuti
Zero ETS esprime "forte contrarietà" alla decisione della
Regione Marche di procedere con l'approvazione, tramite Decreto
del Dirigente del Settore Valutazioni e Autorizzazioni
Ambientali n. 15 del 5 febbraio 2025, del nuovo Piano Regionale
di Gestione dei Rifiuti (PRGR), "che include lo scenario di
realizzazione di un inceneritore, senza aver considerato
adeguatamente alternative più sostenibili e coerenti con la
gerarchia europea dei rifiuti".
Durante la fase di consultazione pubblica, "la nostra
associazione - è spiegato in una nota - ha presentato una serie
di osservazioni per promuovere un modello di gestione dei
rifiuti orientato alla riduzione, al recupero di materia e alla
sostenibilità ambientale". L'approccio adottato dalla Regione
"non rispetta pienamente il principio di precauzione e la
gerarchia europea dei rifiuti, che pone il recupero di materia
come priorità assoluta rispetto al recupero energetico. La
scelta dell'incenerimento - viene sottolineato - , oltre ad
essere una soluzione obsoleta, rischia di distogliere risorse
dalla prevenzione e dal riciclo, generando un effetto di lock-in
economico e strutturale per i prossimi decenni.
Alcune delle proposte avanzate da Marche a Rifiuti Zero ETS
sono state accolte, ma molte altre no. Tra queste "non è stata
accolta la richiesta di prevedere nel piano uno scenario
alternativo all'inceneritore basato sul recupero di materia,
nonostante la normativa europea imponga di considerare opzioni
diverse dal recupero energetico. Inoltre è stata confermata la
riduzione della distanza minima tra impianti di smaltimento e
aree residenziali da 2mila metri a 1500 metri, senza dati
epidemiologici aggiornati né valutazioni sanitarie adeguate".
Ancora, "non è stata accolta la proposta di includere nuove
tecnologie di recupero a freddo (MRBT - Material Recovery and
Biological Treatment) come alternativa alla chiusura del ciclo
con l'incenerimento, ritenendo che tali impianti non siano
sostenibili sul piano economico e ambientale". Inoltre "Non è
stato previsto un calcolo dei costi comparativi tra le diverse
alternative impiantistiche, lasciando incertezza sull'impatto
economico del modello adottato rispetto a soluzioni basate su
impianti di recupero di materia e non è stato istituito un
tavolo tecnico per la valutazione di alternative
all'inceneritore, come richiesto, poiché la Regione considera
sufficiente il tavolo tecnico istituzionale già esistente".
Rifiutata anche "la richiesta di integrare nel piano un
obiettivo di riduzione dei rifiuti più ambizioso, pari almeno al
-8%, nonostante la tariffazione puntuale e altre misure di
prevenzione possano realisticamente portare a questo risultato.
Non è stato sviluppato uno scenario economico dettagliato sulla
realizzazione dell'inceneritore e i costi che questa scelta
comporterà per i cittadini marchigiani. La mancanza di un piano
economico per la costruzione e la gestione dell'impianto apre
alla concreta possibilità di incrementi tariffari, con un
aggravio diretto per famiglie e imprese. La Regione non ha
infatti previsto alcuna valutazione trasparente sulle
ripercussioni economiche della scelta dell'incenerimento, né sul
confronto con scenari basati su un maggiore recupero di materia,
che avrebbero potuto ridurre il peso economico sulle tariffe dei
cittadini".
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