Ad Ancona cerimonia di
commemorazione del questore Giovanni Palatucci che morì a 36
anni nel campo di sterminio di Dachau, a pochi giorni dalla
liberazione, il 10 febbraio 1945. All'epoca il funzionario della
Polizia di Stato, nei pochi anni in cui fu reggente della
Questura di Fiume, riuscì a salvare oltre 5mila persone,
mettendo a repentaglio la sua stessa vita, fino all'estremo
sacrificio, cui non volle sottrarsi con la fuga, per non esporre
i suoi collaboratori a una ritorsione delle Ss.
Questa mattina, in Largo Palatucci, è stata deposta una
corona, alla presenza del questore di Ancona, Cesare Capocasa,
del comandante del Compartimento Polstrada, Laura Pratesi, ai
Funzionari ed ai Dirigenti della Questura di Ancona. Alla
cerimonia anche i poliziotti in quiescenza dell'A.n.p.s.
(Associazione Nazionale Polizia di Stato) di Ancona e Don
Alessio Orazi, della Parrocchia Ss Cosma e Damiano di Ancona.
Quest'ultimo ha benedetto la corona e raccolto i presenti in un
momento di ricordo in memoria del giovane poliziotto.
Ad 80 anni dalla sua morte, la Polizia di Stato ricorda un
valoroso poliziotto che fece la scelta giusta, senza paura e
senza esitazioni.
Nella piazzetta è stata deposta una corona dinnanzi alla stele
intitolata al giovane Questore Palatucci, posizionata sotto un
albero di melograno piantato nel 2021 in sua memoria. Giovanni
Palatucci è stato definito dallo Yad Vashem di Gerusalemme uomo
"Giusto tra le Nazioni", ovvero quelle persone che prendono i
destini del mondo sulle loro spalle, con umiltà e spirito di
servizio, come appunto raccontava in una lettera ai genitori,
nel 1941, lo stesso Palatucci: "Ho la possibilità di fare un po'
di bene e i beneficiati me ne sono assai riconoscenti. Nel
complesso riscontro molte simpatie. Di mio non ho altro di
speciale da comunicare". Lo Yad Vashem riconosce 'Giusti i non
ebrei che durante le persecuzioni salvarono la vita ad almeno un
semita senza trarne alcun vantaggio personale. Persone normali
che, difronte all'ingiustizia hanno reagito, sapendo opporsi
anche a rischio della propria esistenza.
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