Il nuovo Piano presentato oggi a
Roma, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in
Italy, alle organizzazioni sindacali "si presenta insufficiente
e suscita dubbi sulle prospettive industriali e sulla
sostenibilità sociale". Lo scrivono in una nota unitaria, da
Fim, Fiom, Uilm, Uglm. Per quel che concerne le Marche, le
novità sostanziali riguardano lo stabilimento ascolano di
Comunanza che, originariamente da chiudere entro fine anno, ora
sarebbe salvo.
Infatti, la newco turco/americana sta valutando un "piano
alternativo alla chiusura, con un livello produttivo
economicamente sostenibile che verificheremo nel merito e nella
concretezza al prossimo appuntamento", confermano le parti
sociali. A conti fatti, dunque, sospesi i circa 320 esuberi
complessivi, ma non si escludono comunque che una parte possano
restare.
Confermati i 68 esuberi nello stabilimento di Melano a
Fabriano (Ancona). Esuberi quasi tutti confermati rispetto al
Piano originario anche nell'area impiegatizia e staff sempre a
Fabriano. Secondo i sindacati di categoria per le attività di
staff, nel comparto R&D su 198 esuberi complessivi, un centinaio
sono a Fabriano; su 98 esuberi nella parte commerciale, 40
riguardano il Fabrianese; su 363 esuberi nelle funzioni
regionali, circa la metà è a Fabriano.
La direzione di Beko ha dato la disponibilità ad affrontare
gli esuberi anche attraverso percorsi di accompagnamento alla
pensione. Si conferma l'intenzione di investire 300 milioni di
euro in un triennio, a condizione che venga varato il piano di
risanamento, con gran parte dell'investimento sulla divisione
cottura, "ma che manca tuttavia di tutti gli elementi di
dettaglio", proseguono i sindacati i quali esprimono "delusione"
per una posizione aziendale che "appare ancora insufficiente per
provare ad arrivare ad un'intesa. Chiediamo anche al Governo di
dar seguito - aggiungono - con fatti alle parole espresse
nell'incontro precedente, a cominciare dall'acquisizione del
sito di Siena, e far pesare davvero sulla multinazionale il peso
politico più volte richiamato".
Al prossimo incontro del 24 febbraio, concludono Fim, Fiom,
Uilm e Uglm, "ci aspettiamo un chiarimento sugli investimenti
che dimostri una effettiva volontà di rilanciare anche la
refrigerazione e il lavaggio, una svolta sullo stabilimento di
Siena e una modifica profonda nelle decisioni inerenti le
funzioni impiegatizie".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA