Dopo sei mesi di lavori per un
meticoloso restauro, a Castagnole Monferrato (Asti) riapre nella
nuova veste il Museo del Ruchè Tre sale e un infernot dedicati
alla storia e al mondo di un vino docg sempre più amato, in
Italia e all'estero.
Promotore e finanziatore dell'iniziativa, con il contributo
della Regione Piemonte, è il vigneron Luca Ferraris, a guida
dell'azienda di famiglia Ferraris Agricola, 34 ettari di vigneti
di proprietà. Un'azienda nata dal nucleo di Castagnole
Monferrato per poi ampliarsi con le acquisizioni do Vigna del
Parroco, Cà Mongròss a Montegrosso d'Asti e Tenuta Santa Chiara,
a Monastero Bormida; 300mila bottiglie prodotte, di cui terzi di
Ruchè.
Il nuovo Museo del Ruchè aprirà al pubblico il 2 settembre:
"Nasce - spiega Luca Ferraris - nella casa dove è iniziata la
storia imprenditoriale della mia famiglia: è un luogo della
memoria. una cantina storica, che abbiamo voluto eleggere a
spazio di valorizzazione di un intero territorio che intorno al
Ruchè ha costruito la sua fortuna".
Il percorso nella prima sala parte con la narrazione
dell'esperienza in California del bisnonno di Luca Ferraris e si
conclude con la figura di Don Giacomo Cauda, il 'papà' del
Ruchè. La seconda sala è un omaggio al Monferrato, un'immersione
nel suo territorio: qui il protagonista è l'enologo americano
Randall Gham, pioniere dell'introduzione di alcuni varietà
francesi di vite in California.
Nella terza sala guardando un docufilm si apprende la storia
moderna del Ruché e di Ferraris agricola. L'ultima tappa è
l'infernot con la sua pietra bianca arenaria che permette la
conservazione negli anni delle bottiglie.
Il nuovo museo del Ruché parte dai lusinghieri numeri del
2022, 12.600 persone in visita all'azienda e alla struttura non
ancora restaurata, o partecipanti alle degustazioni, +40% di
presenze rispetto al 2021.
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