Un medico di 85 anni è stato
condannato dal Tribunale di Torino per omicidio colposo a un
anno e sei mesi di reclusione, per il decesso di 8 dei 16 operai
delle Officine grandi riparazioni di Torino che negli anni
Settanta si sono ammalati e sono morti a causa dell'amianto.
Come libero professionista tra il 1970 e il 1979 venne
chiamato dalle Ferrovie come consulente esterno. L'inchiesta era
partita un decennio dopo dall'allora procuratore aggiunto
Raffaele Guariniello e il medico è rimasto l'unico imputato
visto che gli altri erano morti nel frattempo.
All'85enne difeso dagli avvocati Alberto Mittone e Fabiana
Francini, la procura contestava di "non aver sottoposto i
lavoratori a visite mediche allo scopo di accertarne l'idoneità
fisica e non aver ripetuto le visite a intervalli regolari" e
che in qualità di consulente non avrebbe svolto "il proprio
ruolo di controllo, vigilanza e segnalazione rispetto
all'inadempimento degli obblighi e rimedi previsti dalla legge"
per evitare la presenza di amianto.
Per lui il pubblico ministero Elisa Buffa aveva chiesto una
condanna complessiva a 3 anni e 2 mesi. Per la morte di altri 6
operai il medico è stato assolto per non aver commesso il fatto,
per un altro è subentrata la prescrizione. Per il decesso
dell'ultimo invece il fatto non sussiste. Il medico dovrà
inoltre versare 691mila euro all'Inail, costituita parte civile
nel processo.
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