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Coldiretti, è boom del consumo di agnello

Coldiretti, è boom del consumo di agnello

Mecca Cici: "Gli allevatori vanno sostenuti"

TORINO, 08 aprile 2025, 16:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cresce il consumo di carne di agnello e gli allevatori del Torinese non ce la fanno a soddisfare la richiesta, notizia in controtendenza in questi giorni di allarme per i dazi Usa sull'agroalimentare italiano.
    Questa crescita esponenziale del mercato locale della carne ovina è legata ai nuovi consumatori che dai loro Paesi di origine hanno mantenuto la tradizione dei piatti a base di agnello e pecora. Lo sottolinea Coldiretti, ricordando che si tratta di un mercato che vale circa 30 milioni e che convive con grandi difficoltà e per questo va sostenuto. Per l'allevamento degli ovini e dei caprini è necessario infatti il pascolo all'aria aperta, che ha bisogno di pastori esperti che si fa fatica a trovare, ed è sempre più ostacolato dai divieti mentre la presenza del lupo provoca la predazione di centinaia di capi. La provincia di Torino è quella dove è presente il maggiore numero di ovini del Piemonte: 38.750 capi allevati da 516 aziende. In Piemonte sono 55.631 capi per 2.360 aziende.
    "La pastorizia legata agli ovini è una pastorizia di montagna - spiega il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - un'attività vecchia come l'uomo oggi chiamata a soddisfare fasce sempre più larghe di consumatori. Anche per questo i margari con allevamenti ovini vanno sostenuti".
    Fra gli aspetti positivi di questo tipo di allevamento, Coldiretti cita il fatto che "l'erba brucata in quota è anche un freno alle valanghe: la neve, infatti, si ancora meglio agli steli lasciati corti dagli animali". Inoltre rappresenta "un servizio di prevenzione per gli incendi boschivi" e contribuisce a "tenere puliti boschi e aree che si riempiono di piante invasive contribuendo al mantenimento del prato frenando l'invasione arbustiva e la chiusura dei pascoli".
   

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