Dalle imprese del Piemonte arrivano
previsioni positive, anche se l'incombere dei dazi Usa mette
paura. Le attese sono buone per occupazione (saldo
ottimisti/pessimisti +7,%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%),
restano negativi i saldi per export (-3,6%) e redditività
(-5,2%), legati all'attesa dei dazi. Gli investimenti vengono
confermati e interessano oltre il 70% delle aziende. Un quarto
delle imprese ha in programma l'acquisto di impianti.
Emerge dall'indagine dell'Unione Industriali di Torino su
1.300 imprese della manifattura e dei servizi del Piemonte.
"I dati sorprendono in positivo, segnalano una tenuta
migliore delle attese per l'economia piemontese. Un risultato
tutt'altro che scontato, dopo gli annunci sui dazi che espongono
a notevoli rischi l'export. Un segnale importante che va colto
per trasformare questa ripresa in crescita strutturale" commenta
Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.
Anche per le aziende torinesi le attese sono positive. Il
22,2% prevede un aumento della produzione contro il 17,6% che si
aspetta una flessione: il saldo, pari a +4,5%, migliora rispetto
al primo trimestre (+0,3%), ma è negativo nella manifattura
(-1,8%) a causa dell'aggravarsi della crisi dell'automotive. Per
gli ordini il saldo è +1,6%, in miglioramento di 3,7 punti
rispetto alla scorsa rilevazione. Positive le attese
sull'occupazione (+4,3% il saldo) e si assesta il ricorso alla
cassa integrazione che interessa l'11,1% delle imprese (16,9%
nell'industria). Buona anche la propensione a investire in nuovi
impianti, con il 23% di imprese con programmi di spesa
significativi. Cala leggermente il tasso di utilizzo di
impianti e risorse (76%) che rimane sui valori medi di lungo
periodo. A Torino si registrano attese negative per le
esportazioni (-4,7% il saldo ottimisti/pessimisti). "Si conferma
la qualità delle nostre imprese e delle nostre filiere.
L'atlantismo deve rimanere la base del fare impresa per
l'Italia, certamente esistono mercati alternativi da esplorare,
ma non possiamo prescindere dagli Stati Uniti. L'Europa è
centrale: dovremo definire politiche economiche efficienti e
rapide a sostegno della manifattura, partendo dai costi
dell'energia e della burocrazia e a sostegno degli investimenti
privati" commenta Marco Gay, presidente dell'Unione Industriali
Torino.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA